Da qualche mese ho integrato nella mia pratica quotidiana di meditazione formale la tecnica AUM. I risultati di questa particolare pratica, condotta secondo il metodo proposto da Sadhguru, sono stati finora positivi ed interessanti. In questo articolo voglio condividere il metodo utilizzato e raccontare la mia esperienza.
Sommario
Se provi a emettere dei suoni modulando solo le labbra e senza muovere la lingua, noterai che puoi produrre soltanto queste tre sillabe
Questi sono i tre suoni fondamentali o universali, dai quali tutti gli altri sono generabili.
Come i tre colori primari combinandosi tra loro producono tutti i colori dello spettro visivo, così i suoni AAA, UUU e MMM combinati con gli altri suoni generabili dalla modulazione della lingua nel palato, danno origine al resto dei suoni che possiamo produrre.
Il suono è una vibrazione e, come la fisica moderna insegna, l’universo non è altro che vibrazione di energia a diverse frequenze. Ad ogni suono o vibrazione corrisponde una data forma, come le curve disegnate da un oscilloscopio possono attestare.
Allo stesso modo, ad ogni forma fisica, ad ogni creatura animata ed inanimata, corrisponde una certa vibrazione e frequenza.
Nella tradizione Yoga le tre vibrazioni fondamentali sono associate a forze diverse:
Padroneggiare questi tre suoni significa padroneggiare la relativa forma.
Infine c’è il silenzio, l’assenza di suono, di vibrazione e quindi di forma. Il silenzio è la base di ogni suono, e quindi la base di ogni forma. Esso permette ad ogni suono di avere un inizio ed una fine, un pò come lo spazio vuoto permettere agli oggetti di avere dei confini.
Questi concetti, apparentemente astratti, hanno in realtà una forte correlazione con la pratica, di cui andiamo adesso a dettagliare il metodo.
La posizione consigliata per questa pratica è quella seduta a terra, con le gambe incrociate (semiloto) e la schiena comodamente eretta. Le mani sono appoggiate alle cosce con i palmi rivolti verso l’alto. La zona di contatto ideale dei dorsi delle mani sulle gambe è quella in cui le braccia e le spalle sono più rilassate.
Inizia a pronunciare la sillaba AAA, senza fare uso alcuno della lingua e aprendo le labbra quanto basta per produrre la sillaba. L’emissione del suono deve partire dalla parte più bassa dell’addome ed è importante sentire in quale zona le vibrazioni si manifestano nel corpo.
Se le vibrazioni interessano la zona del basso ventre e si espandono in tutto il corpo verso l’altro, significa che stai pronunciando il mantra correttamente. Questo è infatti l’unico suono le cui vibrazioni possono essere diffuse in tutto il corpo, perchè nella zona dell’ombelico confluiscono tutte le 72000 nadi o canali di energia del corpo.
Ripeti per 7 volte, poi passa al secondo mantra
Sempre mantenendo inerte la lingua, socchiudi progressivamente le labbra fino a formare un foro da cui pronunciare il suono UUU. A volte ti sembrerà di pronunciare più una OOO altre volte più una UUU o una via di mezzo tra le due. In realtà si tratta di una UUU.
Comunqe sia l’importante, anche qui, è sentire in che zona del corpo sono localizzate le vibrazioni. Se senti vibrare la zona del torace, dove le costole si uniscono, significa che stai pronunciando il mantra correttamente.
Ripeti per 7 volte, poi passa al terzo mantra
Porta le labbra a contatto, fino a quando l’aria non potra più fuoriuscire dalla bocca ma solo dal naso. A quel punto potrai solo pronunciare il suono MMM e le vibrazioni interesseranno la zona della gola e del cranio.
Ricordati di prestare attenzione alla vibrazione. Recitare il suono meccanicamente, senza consapevolezza, avrà solo l’effetto di annoiarti e inebetirti. E non è assolutamente questo che vogliamo ottenere con la meditazione, giusto? 😉
Ripeti per 7 volte.
Una volta padroneggiata l’emissione dei 3 suoni fondamentali singolarmente, potrai cimentarti nella pratica del mantra AUM.
L’A-U-M non è altro che la composizione dei tre suoni AAA, UUU e MMM eseguiti in successione, senza soluzione di continuità (che significa senza interruzioni) e idealmente in intervalli di egual durata.
Parti quindi dall’emettere il suono AAA, secondo quanto visto in precedenza, sentendo bene le vibrazioni nella parta bassa della pancia. Quindi progressivamente socchiudi le labbra fino a produrre il suono UUU, così da sentire le vibrazioni spostarsi verso la zona del torace. Infine porta le labbra a contatto ed emetti il suono MMM sentendo le vibrazioni nella zona alta della gola e nella testa.
La cosa più difficile di questo mantra, che richiede molta attenzione e pratica, è riuscire a passare da un suono all’altro in modo naturale e fluido, mantenendo al contempo una durata simile per ogni suono/sillaba.
La ripartizione in intervalli uguali è importante per non creare squilibri nel sistema energetico. Poichè ogni mantra corrisponde alla stimolazione di differenti canali e centri energetici (vedi chakra), vogliamo che l’attivazione delle nadi nel corpo sottile avvenga in modo armonico e ben distribuito.
Con il tempo e l’esercizio, quando arrivi con l’AAA a svuotare circa 1/3 della tua capacità polmonare, saprai di dover passare a UUU, e quando arrivi ai 2/3 passerai a UUU per chiudere il ciclo in armonia.
Ripeti questo mantra per 21 volte. Dopo resta in posizione per qualche minuto, senza fare nulla, semplicemente per assaporare l’effetto della pratica sul sistema.
Dipende dalla tua capacità polmonare ovviamente. Se hai il fiato corto, i suoni dureranno poco e potresti non fare in tempo ad individuare le vibrazioni. In questi casi ho notato che aiuta molto fare dello yoga, qi gong, tai chi o altra pratica aerobica, per rilassare e distendere il respiro, prima di iniziare la pratica AUM.
All’inizio non sapevo quanto a lungo e velocemente inalare tra un suono e l’altro. Riempire al massimo i polmoni aiuta a produrre suoni più lunghi sul breve periodo, ma alla lunga mi porta ad una sensazione di affannamento. Riempirli poco produce suoni troppo brevi per riuscire a percepirli chiaramente. Una inspirazione rapida ma naturale, non forzata, in cui riempio i polmoni all’incirca al 70/80% della loro capacità mi sembra essere il miglior compromesso, che funziona meglio e rende le pratica più sostenibile nel tempo.
Puoi sperimentare all’inzio con varie frequenze, finchè non trovi quella giusta per durata del suono e intensita della sensazione. Le frequenze più basse nella mia esperienza producono le vibrazioni più intense, ma richiedono molto più respiro, per cui durano poco. Le frequenze più alte durano più a lungo, ma producono sensazioni meno intense. Come sempre la via di mezzo è quella giusta.
Attenzione solo che la scelta della frequenza “giusta” può essere un’altro dei modi in cui la mente ci distrae dalla pratica, offrendoci una buona scusa per procrastinare senza approfondire la percezione su nessuna vibrazione particolare. Nel dubbio puoi sintonizzarti con l’altezza che usa Sadhguru nei video che riporto sotto e vai sul sicuro.
Nella mia esperienza gli effetti di questa pratica sono stati diversi:
Rispetto ad altre forme di meditazione come la vipassana o mindfulness, l’AUM è quella dove ho trovato più difficile per la mente prendere il sopravvento. Sarà che sono un tipo “uditivo” ma il fatto di avere un suono da produrre + delle vibrazioni da sentire nel corpo + un conteggio mentale da fare rende il tutto piuttosto intenso e difficile da interrompere. La mente e le emozioni si stabilizzano quindi più velocemente che in qualsiasi altra forma di meditazione “breve” (tra i 15 e 30 mins) sperimentata ad oggi.
Sopratutto le prime volte, la percezione del corpo si faceva molto più intensa ma al contempo diffusa o sfumata, come se i confini fossero molto meno marcati. Con il tempo la sensazione dominante, che apprezzo sopratutto nei minuti di silenzio successivi alla pratica, è di una maggior leggerezza o spaziosità interna al corpo, come se la vibrazione creasse un maggior spazio e ariosità tra le cellule. Una sensazione di “rarefazione” della struttura fisica. Non saprei come altro definirla.
C’è un senso di piacevole stordimento, simile a quello che puoi avere fumando dell’erba, ma decisamente più economico e privo di conseguenze fisiche o penali :). Scherzi a parte, la sensazione di essere leggermente “fatto” o stordito ci può essere, sopratutto agli inizi, ma è accompagnata simultaneamente da un livello di acuità mentale e di vigilanza che non è generalmente associato all’uso di sostanze psicotrope. Almeno nella mia limitatissima esperienza con droghe leggere, non ho mai sperimentato un’analoga coesistenza delle due proprietà: rilassamento/agio + consapevolezza aumentata
Nei minuti successivi all’AUM, quando ritorno alla vita “normale” mi trovo meno identificato con la mente, i pensieri o le sensazioni che possono emergere subito dopo. Questo è stato particolarmente evidente per me in varie occasioni in cui, finita la pratica, mi sono ritrovato assalito letteralmente, da stressori di vario tipo: dai piccoli figli piccoli figli maschi che imperversano per casa, al parente molesto di turno, alla corsa verso il lavoro.
La mia reazione in quei casi è stata, rispetto al solito, una non-reazione. Sebbene l’impatto con gli schiamazzi, le provocazioni e il chaos generato dai bambini o dai parenti fosse oggettivamente molesto, mi sono ritrovato a disporre di un maggiore spazio tra lo stimolo esterno e me stesso, uno spazio in cui nuove modalità di comportamento e di risposta avevano la possibilità di emergere.
Faccio più fatica qui ad isolare l’impatto della meditazione OM sulla salute, perchè in generale non soffro di disturbi fisici particolari e non mi ammalo più da qualche anno. Sulla mia salute intervengono molti altri fattori (esercizio, alimentazione, docce fredde, digiuni periodici etc..) per cui non so quanto la pratica dell’AUM, da sola, incida su questo aspetto. Quel che posso dire per certo è che il livello di vitalità dell’organismo nelle ore successive a questa pratica mi sembra essere maggiore di quello che ho quando, per qualche motivo, non riesco a farla.
Durante la pandemia ho letto un sacco di libri e seguito diversi corsi online. Uno…
Sono passati ormai 18 mesi dall'ultimo bilancio Yogico e oltre 30 mesi da quando raccontavo…
Ci ho messo la bellezza di 45 anni a scoprirla ma meglio tardi che mai!…
Diversi lettori di LaMeditazione mi hanno scritto di recente, nei commenti o via mail, per…
C'era un tempo, non lontano, in cui aspettavo il weekend per lanciarmi in sessioni…
Il 31 Maggio si è concluso il primo mandala di 40 giorni di pratica ininterrotta…
View Comments