10 Malattie Spiritualmente Trasmissibili

C’è una giungla là fuori e questo è vero per la vita spirituale non meno che per ogni altro aspetto della vita. Crediamo davvero che una persona, per il semplice fatto di aver fatto meditazione per cinque anni, o aver fatto 10 anni di pratiche yoga, sarà meno nevrotica di un’altra? Nel migliore dei casi sarà un pò più consapevole di esserlo. Giusto un pò.

E’ per questo che ho speso gli ultimi 15 anni della mia vita facendo ricerche e scrivendo libri sulla coltivazione del discernimento nel percorso spirituale […]

Diversi anni fa trascorsi un’estate vivendo e lavorando in Sud Africa. Appena arrivata dovetti confrontarmi subito con la viscerale realtà di trovarmi nel paese con il più alto tasso di omicidi al mondo, dove lo stupro era la norma e più della metà della popolazione era sieropositiva — uomini, donne, gay e non.

Dopo aver conosciuto centinaia di insegnanti spirituali e migliaia di praticanti attravero il mio lavoro e i viaggi, sono rimasta colpita dal modo in cui le nostre opinioni spirituali, esperienze e prospettive diventino similmente “infette” da “contaminanti concettuali” — del resto una relazione confusa e immatura con  principi spirituali complessi può risultare invisibile e insidiosa quanto una malattia sessualmente trasmissibile.

Le seguenti 10 classificazioni non si intendono come definitive ma sono offerte come uno strumento per rendersi consapevoli di alcune delle più comuni malattie spiritualmente trasmissibili:

1- Spiritualità Fast-Food: Mescolando la spiritualità con una cultura che celebra la velocità, il multitasking e la gratificazione istintiva il risultato è molto simile ad una Spiritualità Fast Food.  E’ un prodotto della fantasia comune e comprensibile secondo cui il sollievo dalla sofferenza della condizione umana può essere veloce e facile. Una cosa è chiara comunque: la trasformazione spirituale non può essere  ottenuta con una soluzione tampone.

2- Spiritualità d’imitazione: è la tendenza a parlare, vestirsi e comportarsi come immaginiamo farebbe una persona spirituale. E’ un tipo di imitazione spirituale che emula la realizzazione spirituale così come una fabbrica di  pelle di leopardo imita la vera pelle di un leopardo

3- Motivazioni confuse: sebbene il nostro desiderio di crescita sia genuino e puro, finisce spesso mischiato con motivazioni minori come il desiderio di essere amati, il desiderio di appartenenza, il bisogno di colmare il nostro vuoto, la credenza che il sentiero spirituale eliminerà la nostra sofferenza e ambizione spirituale, il desiderio di essere speciali, migliori di, essere “gli unici”.

4- Identificazione con le Esperienze Spirituali: In questa malattia l’ego si identifica con le nostre esperienze spirituali ritenendole “le proprie”, e iniziamo a credere di incarnare intuizioni sorte in noi in certi periodi. Nella maggior parte dei casi non dura per sempre, sebbene tenda a durare più a lungo per quelli che ritengono di essere illuminati e/o fungono da insegnanti spirituali.

5- L’Ego Spiritualizzato: Questa patologia si produce quando la struttura della personalità egoica  diviene profondamente intrisa di concetti e idee spirituali. il risultato è una struttura egoica “anti-proiettile”. Quando l’ego diventa spiritualizzato siamo invulnerabili all’aiuto, a nuovi stimoli o a feedback construttivi. Diventiamo esseri umani impenetrabili e bloccati nella crescita spirituale, tutto nel nome della spiritualità.

6- Produzione di Massa di Insegnanti Spirituali: Ci sono diverse tradizioni spirituali trendy che producono persone convinte di essere ad un livello di illuminazione spirituale, o Maestria, che è ben al di là del loro reale livello. Questa malattia funziona un pò come un nastro trasportatore spirituale: metti su questo bagliore (put on this glow?), ottieni questa intuizioni, e — bam! — sei illuminato e pronto ad illuminare altri in modo simile. il problema non è che questi insegnanti insegnino, ma che rappresentino se stessi come maestri spirituali.

7- Orgoglio Spirituale: nasce quando il praticante, dopo anni di sforzi laboriosi ha effettivamente raggiunto un certo livello di saggezza e usa questo traguardo per giustificare la chiusura verso un’ulteriore esperienza. Un sentimento di “superiorità spirituale” è un sintomo di questa malattia trasmessa spiritualmente. Si manifesta come una sottile sensazione del fatto che “Io sono migliore, più saggio e al di sopra degli altri perchè sono spirituale”.

8- Mente di Gruppo: Anche descritta come pensiero-di-gruppo, mentalità cultica o malattia dell’ashram, la mente di gruppo è un virus insidioso che contiene molti elementi della tradizionale co-dipendenza. Un gruppo spirituale sigla in modo inconscio e sottile degli accordi rispetto al modo corretto di pensare, di parlare, vestire e comportarsi. Individui e gruppi contagiati dalla “Mente di Gruppo” rigettano individui, atteggiamenti e circostanze che non si conformano alle regole, spesso non scritte, del gruppo.

9- Il Complesso dei Prescelti: Il Complesso dei Prescelti non è limitato agli Ebrei. E’ la credenza che “Il nostro gruppo è spiritualmente più evoluto, potente, illuminato e, per farla semplice, migliore di ogni altro”. C’è un’importante differenza tra il riconoscere di aver trovato il sentiero, l’insegnante o la comunità giusta per se stessi, e l’aver trovato L’Unico sentiero.

10- Il Virus Mortale: “Sono arrivato”. Questa patologia è così potente da essere terminale e mortale per la nostra evoluzione spirituale. E’ la credenza che “Io sono arrivato” all’obiettivo ultimo del sentiero spirituale. Il nostro progresso termina nel momento in cui questa credenza si cristallizza nella nostra psiche perchè appena cominciamo a credere di aver raggiunto la fine del sentiero cessa ogni crescita ulteriore.

Secondo gli insegnamenti di Marc Gafni “L’essenza dell’amore è la percezione, quindi l’essenza dell’amore per se stessi è la percezione di se stessi. Puoi innamorarti soltanto di qualcuno che riesci a vedere chiaramente–incluso te stesso. Amare è avere occhi per vedere. Solo quando guardi te stesso chiaramente puoi cominciare ad amare te stesso”

E’ nello spirito di questo insegnamento che credo che una parte decisiva dell’apprendere il discernimento nel sentiero spirituale sia la scoperta della pervasiva malattia dell’ego e dell’ auto-inganno che sono in tutti noi. Ed è qui che abbiamo bisogno di senso dell’humor e del supporto di veri amici spirituali. Via via che affrontiamo i nostri impedimenti alla crescita spirituale arrivano momenti in cui è facile cadere nella disperazione, nell’auto svalutazione e perdere la nostra fiducia nella Via. Dobbiamo mantenere la fede, in noi stessi e negli altri, se vogliamo fare una qualche differenza in questo mondo

Amatorialmente tradotto in italiano da “10 spiritually transmitted deseases” di Mariana Caplan.
L’articolo è un adattamento da Eyes Wide Open: Cultivating Discernment on the Spiritual Path


17 commenti su “10 Malattie Spiritualmente Trasmissibili”

  1. E’ realistico quanto descritto in questo articolo. Però quello che non è più attuale, perchè superato, è la logica oggettivante che crea la separazione soggetto-oggetto.
    Non si tratta più di percorrere la via della spiritualizzazione, quanto piuttosto riuscire a cambiare radicalmente la relazione con l’altro. La relazione attuale con l’altro non può più contemplare l’interdipendenza ma soltanto l’intersoggettività. L’intersoggettività non è semplice spiritualità ma è realtà vivente del visibile e dell’invisibile contemporaneamente, in quanto ciascuno della relazione intersoggettiva si relaziona all’altro simile e distinto in quanto presenza del pensiero e quindi mettendo in atto gli stati della funzione riflessiva di cui non è l’uomo o la donna ad esserne il possessore, ma è la presenza del pensiero in ciascuno della relazione. Soltanto la relazione intersoggettiva può stimolare la funzione riflessiva , e questa non è fede astratta o in qualcosa di astratto, ma è realtà vivente che può avvenire in ciascun pensante, ammesso che questo pensante sia attraversato dal salto macro-evolutivo della coscienza. Salto macro-evolutivo che è una vera e propria mutazione e che come tale non può essere colta da tutti gli abitanti del mondo ma solo da una piccola minoranza: soltanto da coloro che ne sono attraversati.

  2. Benvenuta Alba e Grazie del tuo commento,
    …anche se mi sembra totalmente fuori tema e scritto sotto l’effetto di una sostanza psicotropa di cui mi piacerebbe conoscere subito la provenienza (Vedanta? Osho? MT? .. ). riuscirei magari così anche io ad entrare a far parte di quella piccola minoranza che ha fatto il salto macro-evolutivo della coscienza di cui parli. Ma devi darmi qualche indizio in più, essere un pò meno generica… 🙂

    Sono curioso di conoscere il tuo parere sull’articolo dedicato al Se e Non Sè, tema sicuramente a te caro, sono certo che lì potrai dare un contributo più sostanziale e pertinente al salto macro-evolutivo di noi tutti (o meglio, a quella piccola minoranza di noi tutti). Grazie

  3. Tutto giusto… spero però che tutto ciò che è stato qui descritto possa almeno essere stato prima sperimentato personalmente su se stessi dagli estensori del saggio, altrimenti non sarebbero credibili… troppo facile vedere sempre le pagliuzze negli occhi degli altri (cosa pur vera, d’altronde)… se prima non ci si è tolti la trave dai nostri occhi… Cioè, in un mondo di ciechi, solo chi ha riottenuto la vista può dire agli altri che essi sono ciechi…

  4. Tutto giusto… spero però che tutto ciò che è stato qui descritto possa almeno essere stato prima sperimentato personalmente su se stessi dagli estensori del saggio, altrimenti non sarebbero credibili… troppo facile vedere sempre le pagliuzze negli occhi degli altri (cosa pur vera, d’altronde)… se prima non ci si è tolti la trave dai nostri occhi… Cioè, in un mondo di ciechi, solo chi ha riottenuto la vista può dire agli altri che essi sono ciechi…

  5. Forse non sono la persona più adatta a parlare di spiritualità, perché mi occupo di solito della felicità delle persone.

    Tuttavia una riflessione mi sorge spontanea.
    Il presupposto che rende “valido” ciò che è stato scritto sopra è che esista un punto di vista dal quale notare queste “10 malattie”. Forse questo punto di vista potrebbe essere la 11esima malattia.

  6. La diagnosi della dottoressa Capplan è incontrovertibile.. complimenti anche all’assistenza medica che ha tradotto la cartella clinica 😉

    Sono daccordo con tutti i punti e mi permetto di buttar giù qualche personale riflessione.
    Volendo si possono concentrare i principali disturbi dell’ego spirituale in un’unica patologia (cronica) -> “Dipendenza da Sistemi di Credenze”…
    Questo virus colpisce qualsiasi soggetto (incluso il guru più evoluto di questo multiverso).

    Poi ovviamente la costellazione di ricette mistiche atte all’empowrement fai da te non ha fine, e mai ne avrà data la pantagruelica ingordigia del verme solitario che parassita il fragile o incauto ricercatore spirituale in cerca dell’illuminazione a portata di click…

    Buon Nirvana a tutti 🙂

  7. Trovo l’articolo molto circostanziato e esaustivo.

    Penso però che per sfuggire al “contagio” basti cambiare l’aggettivo spirituale con mentale, e gran parte delle sciocchezze che si pensano, si dicono e si operano riferendosi allo spirito, scomparirebbero come nebbia al sole.

    Già, ma bisognerebbe diventare adulti, una buona volta…e sono pochi quelli che vogliono fare il salto 🙂

  8. 3- Motivazioni confuse: sebbene il nostro desiderio di crescita sia genuino e puro, finisce spesso mischiato con motivazioni minori come il desiderio di essere amati, il desiderio di appartenenza, il bisogno di colmare il nostro vuoto, la credenza che il sentiero spirituale eliminerà la nostra sofferenza e ambizione spirituale, il desiderio di essere speciali, migliori di, essere “gli unici”.

    è ancora e solo ego? le motivazioni chiare invece?

  9. Beh, questi desideri sono anche la spinta per arrivare a capire che è altro quello che serve a se stessi…secondo me, poi dipende dal grado di identificazione con la mente…molto comune…

  10. Riflessione bellissima e per certi versi comica da tanto ci sono corrispondenze con realtà che ho vissuto, condiviso, osservato per decenni. Pare la sintesi ultima de “La Rivoluzione Interiore dell’Uomo” di P. Ouspenski ma macinata sulla propria pelle, quindi una vera verità personale. Chiunque cercherà di aggiungere del suo per migliorare le definizioni o per chiarire qualunque aspetto in un qualunque modo … gioca soltanto col suo ego :-))))))))) Questa riflessione è uno specchio …
    Relax: https://soundcloud.com/gianfranco-fumagalli-1/infinite-universes

  11. Bella domanda Domy, e perdona se tento di rispondere con appena 5 o 6 anni di ritardo 🙂 Si in questi casi credo proprio che ci sia di mezzo l’ego. Motivazioni più chiare alla spiritualità, per come intendo il pensiero dell’autrice, credo siano semplicemente quelle in cui non ci prendiamo in giro, e non mascheriamo la motivazione autentica sotto altre motivazioni dettate dal contesto sociale o condizionamenti di altro tipo.

    Ad esempio riconsocere di avere il cuore “chiuso”, e di aver preso da troppo tempo le distanze dalla vita, e decidere di voler vivere più intensamente QUESTO momento, credo ricadrebbe tra gli esempi di motivazioni chiare.

Lascia un commento