Inner Engineering Completion: la mia esperienza di iniziazione con Sadhguru allo Shambhavi Mahamudra Kriya

Lo scorso weekend (19 e 20 Aprile) ho partecipato ad un programma intensivo di Yoga e meditazione al quale mi ero preparato nei precedenti mesi: l’Inner Engineering Completion con Sadhguru a Londra.

Devo ancora “metabolizzare” questa esperienza, decisamente fuori dall’ordinario, e per questo non sono riuscito a scrivere nulla nelle ultime due settimane. In questo post voglio tentare l’impresa impossibile di raccontare come è andata e che cosa mi sono “portato a casa” da questa esperienza che attendevo con una certa impazienza e apprensione da, almeno, una vita.

Cercherò di non spoilerare troppo, per lasciare tutto il piacere della sorpresa a chi volesse partecipare all’evento in futuro. Neppure potrò entrare nei dettagli degli strumenti di meditazione che sono stati trasmessi – non per qualche divieto imposto ma per evitare che qualche lettore possa perdere tempo o, peggio, farsi e far male a terzi praticando e diffondendo tecniche piuttosto sofisticate senza l’opportuna guida di qualcuno formato e qualificato per farlo.

Proverò a darti un’idea di cosa potresti ottenere da questo programma, come prepararti al meglio e aiutare nella scelta quanti si stanno magari già da un pò chiedendo se partecipare o no a questo corso, sul quale non si trovano ancora in effetti molte testimonianze, almeno in lingua italiana.

Che cos’è l’Inner Engineering Completion e come è strutturato il programma

Inner Engineerin Completion IEC è un corso della durata di due giorni finalizzato alla trasmissione diretta di uno strumento di meditazione chiamato Shambavi Mahamudra Kriya. La partecipazione all’evento, oltre ad avere un costo, richiede come prerequisito necessario il completamento dell’Inner Engineering Online, il programma online di cui ti ho già parlato in un precedente post.

Il corso inizia al mattino presto ( alle 9 il primo giorno, alle 7 il secondo), ma l’afflusso di persone è tale (2500 iscritti + 1000 volontari)  che è consigliabile presentarsi molto prima, almeno con 1h di anticipo, per evitare le inevitabili code al checkin e assicurarsi i posti migliori nell’enorme sala.

Nella mia percezione – non ho quasi mai guardato l’ora, mai preso note, fatto foto o preso appunti durante i due giorni – il tempo del programma è stato suddiviso grossomodo così:

  • 50% in discorsi di Sadhguru + qualche video
  • 30% di spiegazione e pratica di alcune Asanas preparatorie alla meditazione Shambavi
  • 20% di spiegazione e pratica delle differenti tecniche di meditazione di cui si compone lo Shambavi Mahamudra Kriya.

Personalmente avrei preferito veder distribuiti in modo più equo i discorsi e le sessioni di pratica, sia perchè buona parte dei concetti trasmessi verbalmente li avevo già recepiti nelle centinaia di video e podcast di Sadhguru ascoltati negli ultimi 6 mesi, sia perchè avrei trovato più utile approfittare del “poco” tempo a disposizione per approfondire meglio le tecniche di meditazione, che sono piuttosto sofisticate e per nulla immediate da mettere in pratica (nulla a che vedere con la semplicità di pratiche come la mindfulness, lo zen, vipassana o simili).

Ma trattandosi alla fine di un evento “di massa”, dove la maggior parte dei partecipanti non aveva evidente  esperienza nè con lo Yoga nè con la meditazione, un 33% di Asanas (posizioni preparatorie) e 33% di meditazioni sedute sarebbero state probabilmente eccessive da sostenere per la maggior parte del pubblico, per cui è probabilmente sensata la ratio utilizzata nella distribuzione dei tempi.

Su 2500 persone, ne avrò viste meno di un decimo capaci di mantenere correttamente la posizione di ardha siddhasana che è la posizione seduta da tenere per la maggior parte del programma. Io stesso, nonostante anni di meditazione e di ritiri vipassana alle spalle, faticavo non poco a stare seduto in ardha siddhasana dopo le prime 4 o 5 ore.

Il collante tra le diverse sessioni del programma, che ho apprezzato in modo particolare solo a partire dal secondo giorno, era la musica suonata dal complesso “Sounds of Isha”. Ci ho messo un pò a realizzare che la musica di sottofondo, diffusa durante ogni pausa tra una sessione e l’altra, era suonata dal vivo. La potenza di quella musca, l’intensità con cui le vibrazioni riuscivano a farsi strada via via fino agli strati più profondi della mia carcassa fisica ed emotiva, è difficile da spiegare a parole.

Credo che la musica dei Sounds of Isha, con il senno di poi, fosse parte integrante del processo di trasmissione, anche se in molti, io per primo, l’hanno probabilmente sottovalutata.

Impressioni sull’evento nel suo complesso

Nel corso della mia vita ho partecipato a diversi eventi, sopratutto per lavoro, tenuti di norma per migliaia di persone alla volta, in enormi centri congressi.

Caso vuole, che lo stesso centro convegni dell’Exel di Londra, dove si teneva il programma, non era per me una novità, vi ero già stato infatti molti anni prima, nel 2006, in tutt’altre circostanze.

Ci andai in occasione del mio primo evento di formazione professionale “all’estero” cui avevo partecipato per tenermi aggiornato sulle evoluzioni, tecnologie e trend del mio settore lavorativo. E’ stato curioso ritrovarmi, a distanza di 13 anni, nello stesso luogo a ricevere sempre formazione e insegnamenti e tecnologie, ma di tutt’altra natura: non più rivolte a padroneggiare un sistema esterno a me, bensì orientate all’interno di me stesso, a impadronirmi di questo sistema vivente che mi trovo ad abitare da troppi anni senza un libretto di istruzioni adeguato.

Ebbene, di tutti gli eventi professionali cui ho assistito da allora in poi, alcuni dei quali ben più costosi e blasonati di quello organizzato dalla Isha Foundation, nessuno può vantare un livello di cura del “cliente”, attenzione ai dettagli e chiarezza didattica/espositiva, come quello cui ho assistito questo Aprile a Londra.

Il merito è qui in gran parte dello stuolo di volontari Isha, il cui livello di motivazione e dedizione alla causa supera ovviamente quello che può avere qualsiasi stuart o addetto agli eventi, per quanto preparato o ben pagato. Dietro tutto questo sciame di volontari si intuisce una forza, magari un pò caotica ma comunque sempre composta e finalizzata al risultato.

In un evento di natura spirituale come questo, tutta questa attenzione anche agli aspetti materiali, logistici e organizzativi (non escluso il marketing, curato anch’esso ad un livello direi più che professionale) potrebbe stupire qualcuno tra i seeker.

Per me è invece un segnale estremamente positivo, una sorta di “bollino di qualità”: significa infatti che dietro tutto questo, agisce una coscienza che si è evoluta quanto meno al livello integrale degli stadi di sviluppo possibili per un essere umano teorizzati da Ken Wilber. Un tipo di coscienza che considera tutti gli aspetti o quadranti della realtà, senza trascurarne nessuno,  in una visione inclusiva, completa e appunto integrale (se ancora non conosci il pensiero integrale di Ken Wilber, l’AQAL e i quadranti, puoi iniziare a leggere questo, da parte mia cercherò di rimediare prima o poi con una recensione di qualche suo libro).

A livello visivo, due enormi schermi, posti ai lati del podio in cui sedeva Sadhguru, consentivano a chiunque di sentirsi “a tu per tu” con il living master, di cogliere ogni suo sguardo e micro-movimento facciale che spesso, da solo, vale più di mille parole. Anche se ero di norma relativamente vicino al palco ( 10 o 15 mt credo) non lo ero abbastanza da cogliere le diverse espressioni del suo volto, per cui alla fine credo di aver guardato più agli schermi che non direttamente in direzione della fonte.

L’audio, a parte qualche piccolo problema di ricezione (più da parte di Sadhguru, in fase di Q&A, che non del pubblico) era ottimo e l’unico vero problema, almeno per me,  è stata la mancanza di sottotitoli in inglese, cosa cui mi ero ormai abituato su Youtube, e che mi consente di cogliere in genere il 100% delle battute e delle espressioni più idiomatiche, che mi sono invece ahimè perso in diverse occasioni dal vivo.

La didattica con cui sono stati mostrati sia gli esercizi preparatori ( 3 asanas semplici ma non facili) che le diverse tecniche di meditazione di cui si compone lo Shambavi, è di una chiarezza ed efficacia che non ho mai trovato in nessun altro stage, lezione o evento affine di Yoga, di Meditazione, di Tai Chi/Qi gong o altra scuola di cui sono stato allievo.

Che effetto fa Sadhguru dal vivo?

Uno dei motivi principali che mi hanno spinto a imbarcarmi, di punto in bianco, in un viaggio da Torino a Londra in solitaria – con tutte le difficoltà logistiche, psicologiche e organizzative che ho sempre patito nel viaggiare da solo – è stato, oltre al desiderio di impadronirmi del Kriya dello Shambavi Mahamudra, quello di vedere e sentire dal vivo Sadhguru, percepire la sua energia e vedere che effetto fa la sua presenza.

Le cose che mi hanno più colpito della sua persona sono almeno tre. La prima, in ordine cronologico, è una certa “leggerezza” che ho percepito nel suo modo di occupare lo spazio, di muoversi e saltellare ad esempio sui gradini che doveva attraversare per raggiungere il suo posto sul palco.

Dai video su Youtube già intuivo che il suo modo di “indossare il corpo” ha qualcosa di diverso dal solito, ma dal vivo, vedendolo passeggiare e poi anche danzare per qualche momento, ho avuto la chiara esperienza o immagine di cosa significhi “avere un corpo” senza esserne identificato in alcun modo.

Sadhguru utilizza il corpo al meglio delle sue possibilità, senza mai fare un gesto in più del necessario, senza sprechi, ottimizzando le energie ad un livello impensabile per l’uomo ordinario. Questo è possibile solo quando non vi è identificazione alcuna, e lui appare decisamente privo di identificazione, sia con il corpo che con la mente. Basta guardarlo con sufficente attenzione e continuità per rendersene conto.

Sebbene sappia essere tremendamente spassoso, Sadhguru non scherza. Lui incarna sul serio quello di cui parla continuamente da anni. Quello che dice essere possibile riguardo all’essere umano, diventa molto più credibile o molto meno inverosimile, quando si ha modo di guardarlo operare dal vivo.

Un’altra cosa che mi ha colpito è il modo in cui riusciva, da solo, a tenere sotto controllo una sala contenente 2500 esseri umani, perfettamente sconosciuti, dalle origini e condizioni più disparate e potenzialmente molesti. Chiunque abbia mai dovuto, per lavoro o per diletto, parlare ad una un’aula di più persone, o ad una platea numerosa, sa quanto difficile mantenere l’ordine e dare e avere l’attenzione di tutti.

Riuscire a mandare avanti il proprio discorso, senza chiudersi in se stessi ma rimanendo aperti e ricettivi alle reazioni del pubblico, è una cosa tremendamente difficile, almeno per me lo è sempre stato. Ecco, questa cosa molto difficile, ho visto quest’uomo farla per diverse ore di fila, davanti ad una platea di 2500 persone, con una naturalezza e disinvoltura totalmente fuori dal comune.

Dalle battute che faceva, SG sembrava essere simultaneamente in contatto con tutti i partecipanti, conscio non soltanto dell’atmosfera generale (piuttosto soporifera, sopratutto il primo giorno) ma anche dei dettagli più individuali di ciascuno dei presenti. Questa estrema attenzione al singolo è emersa in modo lampante in diverse occasioni in cui qualcuno è dovuto uscire dalla sala, e lui ha voluto attender che la persona tornasse, prima di procedere. Lezioni di leadership a gogo, insomma.

Infine, è stato durante l’iniziazione vera e propria allo Shambavi, il secondo giorno, che le capacità più sottili ed esoteriche di questo Yogi sessantenne dalle infinite risorse sono emerse.

Io ancora non ho capito bene cosa sia accaduto in quella sala ad un certo punto, so soltanto che durante la prima pratica completa di Shambavi Mahamudra guidata da Sadhguru, dopo qualche battito deciso delle sue mani, qualche fischio/sibilo e un potentissimo canto in lingua sanscrita, l’intera atmosfera in sala si è trasformata completamente e il livello di energia all’interno del mio sistema nervoso ha avuto come un cambio di marcia e una delicata ma decisa impennata.

Non ho avuto reazioni particolari, a differenza di altri in sala, giusto un certo tremore nella parte destra del corpo (braccia, mano e mascella in particolare), ma per tutto il tempo ho avuto la netta sensazione che stesse accadendo qualcosa all’interno di tutta la mia struttura, che posso descrivere, malamente, come una sorta di innesto di energia fredda, pompata ad un elevato voltaggio che il mio corpo faceva leggermente fatica ad assorbire e contenere.

Un pò come quando, dopo una corsa, senti il sangue scorrere a fatica nelle vene, perchè la pressione è maggiore di quella che il tuo sistema circolatorio è in grado di sopportare, la stessa cosa è accaduta durante la sessione di Shambavi con SG, solo ad un livello meno materiale, più sottile, che è quello dell’energia nervosa (il chi per i taoisti o il prana per gli induisti) veicolata all’interno delle nadi o meridiani di cui parlano nella medicina orientale.

Questo è stato l’effetto di entrare in contatto con SG, espormi direttamente al suo messaggio cercando, faticosamente, di mantenermi il più ricettivo e aperto possibile.

Cosa è cambiato dopo l’iniziazione allo Shambavi Mahamudra

Chi mi conosce un minimo sa che non sono mai stato un tipo particolarmente suggestionabile, emozionabile o devozionale di natura. Anzi. Se posso dubitare di qualcosa, metterlo in discussione e trovare delle falle, sono in genere il primo a farlo. Sopratutto se si parla di spiritualità, di Guru e di presunte verità fondamentali sull’esistenza.

Eppure, dopo aver riaperto gli occhi, alla fine della mia “iniziazione” non potevo negare a me stesso che qualcosa fosse cambiato in me, ad un livello molto sottile ma fondamentale. Il mondo era lo stesso di prima, senza dubbio, ma la mia percezione di esso e la qualità della mia esperienza si trovava adesso su un piano leggermente diverso. Ma proprio quel “leggermente” fa tutta la differenza possibile.

Qui diventa difficile tradurre in parole, senza passare per scoppiati new age o fusi di testa, ma voglio correre il rischio, perchè la posta in gioco credo sia piuttosto alta, per tutti noi.

Il modo più semplice di spiegare questa cosa, in un linguaggio che il 99% delle persone può comprendere senza difficoltà, è dirti che l’effetto dello Shambhavi Mahamudra è lo stesso che potresti avere fumando dell’erba buona o bevendo sostanze alcoliche, mantenendo però al contempo un elevato livello di vigilanza e consapevolezza di te stesso e del mondo.

Sei più disinibito, sciolto e aperto verso il mondo, sensibile alle correnti e al linguaggio della vita senza però aver fumato o bevuto nulla, e senza i relativi effetti collaterali. Un certo tipo di chimica viene attivata nel tuo sistema, ma è assolutamente naturale, benefica e in totale controllo per cui non può generare dipendenze.

Un modo più complesso di spiegare questa cosa ma più preciso e significativo è che l’effetto della iniziazione o meglio della “installazione” di quel software chiamato Shambhavi Mahamudra all’interno di te è quello di creare un vuoto, una distanza, che prima non c’era, o se c’era era molto più piccola, tra la tua coscienza da un lato e il tuo corpo e la tua mente dall’altro.

Tutto procede quindi come prima, c’è un corpo da una parte, ci sono pensieri, stimoli e reazioni, ma esiste uno spazio maggiore tra la coscienza ed il corpo, tra la coscienza e la mente, e questa distanza, per quanto piccola, fa tutta la differenza del mondo.

In questo spazio, esiste infatti una maggiore libertà, che prima semplicemente non era possibile. In questo spazio, oltre ad avere un assaggio di quello che significa essere realmente privi di identificazione, la presa stessa dell’io, con il suo senso di separazione e divisione da quello che è diverso da me, si era  allentata e attenuata. Parecchio allentata.

E tutto questo spazio ha permesso ad altro di emergere, un altro che oserei chiamare, la vita. Più spazio per la vita, così come si presenta sul momento, questo momento. Non proprio un dettaglio da poco, sopratutto per chi, come me, ha passato forse troppo tempo a evitarla, o negarla in vari modi, questa vita, anzichè viverla pienamente.

Un altro modo ancora di descrivere questa cosa, se ho inteso correttamente la terminologia induista, è dire che il Guru, grazie alla sua abilità di manipolare le energie in un certo modo, è intervenuto direttamente sul “Vignanamaya kosha“, o corpo eterico, alterandolo in modo permanente.

Fa un pò paura l’idea che qualcuno possa cambiare parti di “noi” in modo permanente, entrarci dentro in un certo senso per “far spazio”.  Ma se questo è l’effetto, io dico “benvenuto Sadhguru, dacci pure dentro!” e ci metto la firma senza problemi, perché di una vita di compulsioni, pensieri e azioni “coatte”  non intenzionali, ne posso fare serenamente a meno, senza rimpianti.

Se per smuovere le cose, ed accelerare lo sviluppo di questo processo è necessaria una “spintarella” a base di non so bene quale tecnica di consacrazione, ben venga.

Esiste davvero un prima ed un dopo Shambavi, come avevo letto o sentito dire da qualcuno. Dopo Shambavi, tutto è esattamente come prima, all’esterno non è cambiato nulla. All’interno però qualcosa è modificato, irrimediabilmente. Non puoi più far finta di niente, perché quella possibilità ti è stata mostrata nel modo più diretto, che è quello esperienziale.

Questa almeno è stata la mia esperienza per la quale, come dicevo, mi sono preparato al meglio delle mie possibilità attuali, nei due mesi precedenti. Se fossi stato meno ricettivo, se non avessi preparato il terreno ogni giorno con sessioni di Yoga Namaskar, Isha Kriyameditazione AUM e altre pratiche di Upa Yoga, probabilmente non avrei percepito un bel niente di tutto questo. Se mi fossi invece preparato per più di un’oretta al giorno, o con una maggiore intensità di quella di cui sono stato capace, forse avrei creato ancora più spazio, o avrei sperimentato altro. Chi può dirlo?

E ora che succede?

Sono curioso di vedere come evolveranno le cose nelle prossime settimane e mesi. Non ho aspettative particolari se non quella di cercare di tenere il più vivo possibile questo “spazio vuoto” che si è fatto largo, faticosamente, nella coltre delle mie stratificazioni fisiche e mentali degli ultimi 43 anni.

La mia priorità è adesso quella di consolidare la pratica quotidiana dello Shambhavi Mahamudra, chiudendo il primo Mandala di 42 giorni di pratica inintorrotta (due volte al giorno) previsto dal programma. Non esistono purtroppo ancora dei gruppi di pratica periodica in Italia (sathsang) ma sono diversi gli strumenti di supporto da remoto messi a disposizione, in Europa, dalla scuola Isha UK. Cercherò di sfruttarli al meglio per sciogliere alcuni dubbi residui e domande sui tecnicismi relativi alle tecniche di meditazione e al modo migliore per “allenare” i vari pezzi.

Mi piace accarezzare l’idea che un domani,  magari non troppo lontano, molti più italiani scopriranno – grazie anche a questo blog – il valore e la portata di questa nuova e antica tecnologia della vita, fino al punto da vedersi creare, magari proprio qui nella mia “città magica” che è Torino, gruppi di pratica in cui condividere questo percorso.

Ma ora è il momento per me di coltivare questo seme che mi è stato impiantato nella coscienza, senza curarmi troppo dei frutti. Applicarmi con il massimo coinvolgimento e intensità ai 21 minuti di pratica è ogni giorno un’impresa, ostacolata ancora da diversi fattori (karmici?) ma è il modo migliore che ho per onorare questo straordinario Yogi e dare seguito al suo lavoro instancabile verso l’evoluzione della coscienza umana.

Il 20 Aprile mi è stata mostrata, in modo lampante, una possibilità diversa di stare al mondo. Una dimensione della coscienza più ricca di vita, più intensa, più libera.  Se guardo a tutte le vie percorse negli ultimi anni di ricerche, dalle pratiche taoiste di tai chi e qi gong della Scuola della Via Interiore prima e della Beijing YiQuan Training Center poi, allo Zen, lo Yoga Iyengar, la meditazione Vipassana, e tutte le letture sulla Quarta Via e lo sciamanesimo di Casteneda, quello che prima appariva frammentato e un pò sconnesso in questo percorso, inizia ora ad acquistare un suo senso.

Mi accorgo ora che, in definitiva, ognuna di queste strade e pratiche, non sono state altro che un avvicinamento progressivo a quel momento di iniziazione, dove ognuna di esse ha ritrovato il suo posto e la sua utilità in un contesto o framework più ampio, che è quello dello Yoga così come viene inteso e trasmesso da questo eccezionale essere umano che è Jaggi Vasudev Sadhguru.

22 commenti su “Inner Engineering Completion: la mia esperienza di iniziazione con Sadhguru allo Shambhavi Mahamudra Kriya”

  1. mOLTO INTERessante, immaginavo questi “mega” eventi come principalmente cose di marketing, ma il tuo racconto mi ha fatto cambiare idea e venir voglia di partecipare (prima o poi….)

  2. Grazie Mario del tuo commento.
    Si, come dicevo nel post, una parte di marketing, in realtà minima e marginale rispetto al core dell’evento, c’è stata, ma era funzionale a promuovere i progetti sociali e umanitari di Isha nel mondo (creare scuole, piantare alberi, salvare i fiumi etc) e neppure tanto, come mi sarei aspettato invece, a promuovere i vari corsi di Yoga che vengono offerti. Rispetto a tanto marketing che si vede in giro, finalizzato a venderti una polizza o l’ultimo modello di cellulare, ben venga un marketing di questo tipo. 😀

    Del resto, se non fosse stato per il marketing (inbound) non avrei mai conosciuto Sadhguru e il mondo Isha, dato che l’ho scoperto tramite Youtube dove si sono mossi tanto e, devo dire (da semi-addetto ai lavori), anche molto bene rispetto alla media.
    A presto
    Roberto

  3. Bellissimo racconto!! BEN DETTO(SCRITTO) condivido in pieno. SENTO CHE LA MIA STORIA È MOLTO SIMILE ALLA MIA!! :)))) FANTASTICO

  4. ciao, grazie per l articolo, mi hai fatto completare il corso pure a me. si puó avere la tua email per ulteriori domande?

  5. Appartengo al movimento che nell’ultimo anno sta promuovendo il Le pratiche di sadhguru in italia.
    Abbiamo un Canale you tube saDhguru italiano
    https://youtu.be/vuuehVvxSj8
    E promuoviamo corsi di yoga da lui ideati al consolato indiano a milano – Ingresso gratuito

    Ci puoi trovare qui 🙏🏻
    Italy@ishafoundation.com

    Eseguo shambhavi una Volta al giorno, 21 minuti di ricarica che hanno CAmbiato la mia Vita -inizialmente il cambiamento non lo percepisci tu ma le persone che ti vivono Attorno-

    Grazie per la PROFONDITÀ, la leggerezza, la simpatia
    🙏🏻
    Buona ricerca

  6. Salve Roberto,
    ho letto alcune sue testimonianze sul blog https://buddhismoitalia.forumcommunity.net/?t=60943178, in relazione alla sua esperienza a londra e l’iniziazione da parte di sadhguru.

    Le chiedo la cortese disponibilità, se ne ha informazione, a indicarmi come contattare i referenti per l’italia. Vorrei iniziare indagare, e far emergere la mia espressione interiore, e la sua testimonianza del 6/6/2019, 22:23 mi ha molto colpito e ha lasciato un profondo senso di risonanza.

    Grazie infinite
    luigi

  7. Ciao Luigi,
    mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio post su quel forum.
    Girerò ai referenti Isha Italia il numero di cell che hai lasciato.
    A presto
    Roberto

  8. Grazie mille per aver condiviso la tua esperienza. Stavo facendo la registrazione per partecipare al corso a coimbatore ma una volta che volevo ultimare il pagamento il corso è diventato full. andro comunque all isha centre, se ci sara’ qualche disdetta proverò a partecipare altrimenti grazio ai siti e al tuo racconto credo che lo terrò in lista per l’europa. vedo che qui c è la possibilità di farlo a londra e in belgio. In italia che tu sappia non c è nulla? Tu a quanto ho capito hai fatto la prima parte on line e poi l’iniziazione a shambavi nei due giorni frontali? sai mica se c è possibilita in europa di fare questa esperienza come ritiro di 4 giorni evitando la tecnologia ma vivendo lesperienza di persona con l energia del gruppo che si costituisce? grazie ancora

  9. Ciao Patrizia,
    il programma residenziale di 4 giorni (Inner Engineering Total) dovrebbe essere disponibile anche in Europa (Belgio e UK)
    Guarda qui l’agenda dal sito ufficiale https://www.innerengineering.com/total

    Per altre info ti posso mettere in contatto con i referenti di Isha Italia, che sono sempre disponibilissimi, se lo desideri.
    Grazie
    Roberto

  10. Grazie! Si PERCEPISCE l’intensità dell’esperienza e la qualità della visione che la Ispira. Complimenti per LA CHIAREZZA della tua esposizione e per il bel percorso che stai compiendo! Quando un insegnamento ti permette di elevare lo sguardo, Tutto è meravigliosamente collegato ed armonioso! Grazie ancora. donata

  11. Wow!!! Grazie a te e a quelle persone che APRONo il cuore x mostrarcelo, senza paura, senza più nulla da trattenere. Si va più spediti senz’altro, più leggeri. Grazie a voi cuori generosi CHE vi fermate ad aspettarci senza giudicarci. È così forse L’Amore nella sua ESSenza. Io sono all’inizio di questo viaggio e ho tanta sete di conoscere. Grazie a te x L’Intensità della tua esperienza.
    Sublime

  12. Ho scoperto da poco su youtube sadhguru e sento in me una grande voglia di conoscerlo, e approfondire i suoi insegnamenti, il tuo racconto e molto forte ed ha aumentato in me il desirerio di intraprendere questa via vorrei se possibile qualche contatto se ci sono nella mia zona per cominciare a praticare.. Sono nel Friuli Venezia Giulia.. Grazie Roberto

  13. Ciao Roberto, solo ieri ho avuto modo di conoscere sadhguru avendolo visto su YouTube in un confronto con Deepak Chopra.
    Io leggo Chopra da anni e in questo momento sto facendo la meditazione dei 21 giorni sulla speranza in tempi incerti.
    Ieri sera SG mi ha talmente affascinata che ho passato la serata sino a notte tarda guardando i suoi video. Mi sono accorta che leggere Chopra ė affascinante e utile ma dopo SG mi sembrava quasi avessi avuto un abbaglio che mia scosso dentro. Questa mattina ho letto tutto di lui e ho cominciato a documentarmi sullo yoga che non ho mai praticato, solo un po’ di meditazione. Sono cattolica praticante e lo Yoga non mi è mai INTERESDATO. Mi sono imbattuta sul tuo commento e ho approfondito e leggendo il tutto sono rimasta molto colpita. Sono un medico che ha avuto una formazione così concreta che mi ė difficile credere se non puoi dimostrarlo. Grazie di questa descrizione eccezionale che ne hai fatto. Ma, mi ha colpito molto il tuo non voler vivere la vita per quello che è. La vita è un dono e siamo noi a dare senso ad essa non lei a NOI.non sono i vari insegnanti, guru o maestri a darci un SENSso, che possono solo guidarci al meglio, per INDICArci non la strada maestra ma per aprirci la mente dove noi non riusciamo. Sono contenta di averti letto e di avere assaporato ciò che hai scritto. Conosci Chopra?
    Saluti giovanna

  14. Grazie …adoro Sadhguru che seguo su you tube, mi interessa moltissimo questo tipo di esperienza per cambiare il mio modo di ” SCIVOLARE” nel mondo .
    Vale la pena di iscriversi al programma per le tecniche da acquisire ?
    Sul web trovo un po’ tutto ma la filosofia di SADHGURU è unica ed io la sento mia !
    Grazie
    Consigli per me ? Materiale ?

  15. Ciao.
    Complimenti per l’esposizione.
    Mi avvicino anche io da poco a questo affascinante Mondo dello yoga attraverso i video su youtube di sadHguru.
    Pratico isha kriya da qualche settimana, con entusiasmo.
    Volevo Cortesemente chiederti:
    La trasformazione di cui parli, la separazione netta che hai percepito, il vUoto a cui ti riferisci, non c’è Speranza, secondo la tua opinione, di raggiungerli attraverso il corso onlIne? CapiscO che la manipolazione praticata da sg e’ stata possibile perché egli era presente, tuttavia mi chiedo e ti ChieDo: se non lo si incontra non c’è SPeranza, secondo te.
    Grazie mille

  16. Ciao Mario,
    durante la pandemia SadhGuru ha iniziato a fare le iniziazioni a Shambhavi anche da remoto, online.
    Dalle testimonianze che ho sentito, e dalla mia personale esperienza con altre iniziative come i “Fullmoon Flirtations”, se le condizioni di “setting” sono rispettate, non c’è differenza tra presenza fisica e presenza da remoto.

    La capacità di “trasmissione” da parte sua è assolutamente invariata. L’intenzione e la disponibilità da parte nostra a ricevere quello che viene offerto credo rimanga il requisito essenziale e che può fare la differenza tra la riuscita o meno di qualsivoglia programma.

    Anzi, se ci pensi, parliamo di far accadere cose talmente sottili e “immateriali”, che la presenza fisica alla fine è quasi forse più un “impiccio” che altro.

    Sadhguru stesso ha affermato in varie occasioni di aver iniziato molte più persone che non ha mai nemmeno visto una volta, rispetto a quelle che ha visto di persona. Per cui la speranza c’è. Eccome.

  17. Ciao Anita,
    se sei ancora in interessata, puoi mandarmi in pvt (link di contatto a fondo pagina) il tuo numero cellulare per farti aggiungere al gruppo Whatsapp ISHA ITALIA.

    Perdona i 18 mesi di ritardo con cui rispondo, ma meglio tardi che mai, come si dice 😀

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