Bilancio yogico 2019, ovvero del perchè non scrivo da 6 mesi su questo blog

Diversi lettori di LaMeditazione mi hanno scritto di recente, nei commenti o via mail, per sapere come vanno le mie pratiche di yoga e meditazione dopo l’esperienza di Inner Engineering e di Angamardana di cui avevo scritto ormai più di mezzo anno orsono.

Altri mi hanno fatto notare che è un peccato che io non abbia più scritto sul blog da oltre un semestre, chiedendomi il motivo di questo prolungato “silenzio stampa”.

In questo articolo provo a fare una review del mio 2019 “Yogico”, che dovrebbe rispondere non soltanto a quelle ma a tre domande di fondo relative al mio percorso di Sadhana:

  1. Cosa è andato bene?
  2. Cosa non è andato così bene?
  3. Cosa ho imparato/mi prefiggo per il 2020?

Questo “esercizio” ha il merito di forzarmi a riflettere sulle esperienze e le scelte di vita degli ultimi 12 mesi, per capire se sono state in linea con le mie intenzioni o meno. Così facendo dovrebbe aiutarmi ad indirizzare meglio le energie e le scelte nel prossimo anno.

1.Cosa è andato bene quest’anno?

Programmi di Yoga. Nel 2019 sono riuscito a partecipare a 6 diversi programmi di Yoga della Scuola Isha. A pensarci adesso mi pare incredibile, non tanto per il numero di programmi in sè, ma per essere  riuscito a “implementarli” tutti all’interno della mia routine di pratica quotidiana senza abbandonare lavoro e famiglia a sè stessi.

Nell’ordine i programmi Yoga che ho potuto “incorporare” nell’ultimo anno sono stati:

  1. Inner Engineering online – Gennaio
  2. Inner Engineering Completion con Sadhguru – Aprile
  3. Angamardana – Giugno
  4. Sadhanapada from Home – Agosto
  5. Surya Kryia – Settembre
  6. Bhuta Shuddhi – Settembre (questi ultimi tre appresi con l’insegnante Tijana Stupar)
  7. Review di Angamardana
  8. Review di Surya Krya (questi ultimi due svolti a Gennaio 2020 con l’insegnante Francesco Marelli)

Angamardana. A Dicembre ho chiuso il mandala di 6 mesi di pratica quotidiana continuativa, che all’inizio mi pareva impresa impossibile. Ho saltato solo un paio di sessioni, per i problemi al ginocchio di cui parlo dopo, ma considerata la difficoltà oggettiva del processo, mi stupisce sapere di avercela fatta.

Il tempo medio di esecuzione è sceso dai 55 minuti iniziali a 35 minuti circa. Solo in poche occasioni sono riuscito a scendere sotto i 30 minuti, ed è stato quando ho praticato Angamardana al pomeriggio/sera, che è periodo decisamente più propizio sia per la flessiblità del corpo che per la velocità di esecuzione.

Stare sotto i 25 minuti mi pare adesso non così inverosimile come soglia di durata, anche se stimo mi ci vorrà almeno un annetto per raggiungerla.

Ho trovato molto utile la revisione di Angamardana, che mi ha permesso di individuare almeno 3 o 4 correzioni piccole ma che hanno reso più preciso e fluido tutto il processo.

Ritmo di pratica quotidiana.  Sono riuscito ad integrare progressivamente 6 programmi di Yoga, in maniera  incrementale, fino ad arrivare (a partire da Settembre) ad una “routine” di min 2.5 / max 3.5 ore di pratica quotidiana stabile, senza interruzioni, sette giorni su sette.

Se un oracolo mi avesse detto, nel 2018, che nel giro di un anno la mia giornata tipo avrebbe previsto una dose quotidiana di 3 ore di Yoga, vissute senza “sforzo” ma anzi con una buona dose di “agio”, gli avrei certamente riso in faccia chiedendo indietro i soldi per l’imbroglio (non pagherei mai per un oracolo, ovviamente, ma una battuta ogni tanto la devo infilare, o il lettore di oggi mi si annoia).

Eppure è così, la mia giornata tipo ad oggi prevede, con piccole variazioni a seconda del contesto e degli impegni della giornata, un’agenda di pratica strutturata così:

  • 4:55 – Sveglia  (in estate anticipo di mezz’ora tutto il processo a 4.25)
  • 5:00 – Bhuta Shuddhi
  • 5:15 – Asana Preparatorie
  • 5:30 – Guru Pooja ( solo ascolto )
  • 5:40 – Angamardana ( integrale o variante “study module” se ho meno tempo ed è inverno)
  • 6:20 – Surya Kryia ( 3 cicli in genere, 1 ciclo se ho meno tempo ed è inverno)
  • 7:10 – Shambhavi Mahamudra Kryia

Dopo il lavoro, che mi prende in media dalle 8.30 am alle 18.30 pm, inserisco prima di cena anche:

  • 18:30 – Upa Yoga oppure  1 ciclo di Surya Krya (sopratutto se ho fatto un solo ciclo al mattino)
  •  19:00 – Shambhavi Mahamudra oppure AUM chanting + Sukha Krya

In tutta la mia vita precedente non ero mai riuscito ad “assemblare” una routine superiore ai 45mins, 1h max in media di pratica giornaliera. Forse solo quando ero schiavo dei videogiochi riuscivo ad arrivare a più di 3 ore al giorno di attività regolare, ma in quel caso si trattava di una compulsione non proprio salutare. E i risultati di questo tipo di disciplina sono ovviamente differenti da quelli che ottenevo dal gaming…

Benefici e risultati. Questa combinazione di pratiche (io lo chiamo un “cocktail yogico“) sapientemente assemblata da quel genio spirituale di Sadhguru, che ho svolto con regolarità per oltre 6 mesi di fila, ha apportato una serie di benefici, molti dei quali ho sperimentato già dopo i primi giorni di pratica.

In particolare dopo l’aggiunta di Bhuta Shuddhi e Surya Kryia, introdotti a Settembre, i risultati più evidenti sono stati:

  • +50% energia durante il giorno (stima rispetto alla media percepita l’anno prima)
  • -2 ore di sonno a notte ( da 8 ore di sonno, son passato a dormirne 6 in media, senza stanchezza)
  • +30% focus e chiarezza mentale (apprezzata in particolare sul lavoro)
  • +30% flessibilità nel corpo (misurabile in termini di distanza naso-ginocchia durante certe posizioni)
  • – 50% stress – Molto più difficile cadere in stress, a parità di condizioni stressanti
  • Niente febbri, tosse o raffreddore (ho avuto solo un paio di giorni di febbre/influenza intestinale a Gennaio 2020, guardacaso proprio dopo aver interrotto Angamardana per problemi logistici)

Famiglia. Contro ogni pronostico, la mia vita familiare non ha risentito di questo nuovo regime di vita. Anzi. La qualità media delle mie interazioni con figli e moglie è sensibilmente migliorata. Vedermi fare Yoga in casa o sentire ogni tanto degli AUM è diventato ormai un fatto del tutto normale per loro, come avere la lavatrice che gira, o uno stereo che suona.

I primi mesi dovevo chiudermi a chiave dentro le stanze per evitare incursioni dei bambini, ma ormai è diventato sempre meno necessario. In alcuni casi sono riuscito addirittura a praticare in salotto mentre c’erano pure loro a fare altro, e anche in quei casi i miei “spazi” sono rimasti magicamente protetti.

Solo in un’occasione ho dovuto agire con fermezza, con il figlio maggiore, che aveva pensato bene di tapparmi il naso mentre ero in Bhujangasana, tanto per vedere che effetto avrebbe fatto. Dopo quell’episodio, durato una frazione di secondo, ha capito cosa NON deve fare quando mi vede sul  materassino e non ha più interferito da allora.

2. Cosa non è andato così bene?

Rispetto ai miei propositi e buone intenzioni, che cosa è andato diversamente dal previsto? O è andato proprio “storto”? 

Scrittura blog. Per fare spazio allo yoga intensivo ho dovuto toglierne alla scrittura e alla cura generale di questo blog, che era una priorità all’inizio del 2019. Sono passato quindi dallo scrivere un articolo a settimana per 6 mesi di fila, allo scrivere Zero articoli in 6 mesi.

A parte l’oggettiva mancanza di tempo, ho perso sia l’ispirazione a scrivere che la motivazione a voler condividere il mio percorso di Yoga qui sul blog.  I motivi non mi sono ancora del tutto chiari ma credo che in buona parte c’entri l’approccio “esperienziale” allo Yoga caratteristico della via che sto seguendo.

Oltre a questo, alcuni commenti e scambi di mail con lettori de LaMeditazione mi hanno fatto toccare con mano la difficoltà di condividere questo percorso con persone che non hanno un’esperienza diretta e continuativa con lo Yoga (nel senso più ampio del termine) trasmesso da Sadhguru.

Quello che posso trasmettere a parole, scrivendo su un sito come questo, mi rendo conto che è davvero poca cosa rispetto all’esperienza viva e diretta.  Mi sono scontrato troppe volte con i limiti del linguaggio, e non ho trovato una via per parlare di queste cose che mi convincesse a pieno. Ho preferito quindi non scrivere nulla, anzichè scrivere solo per mantenere un certo “ritmo” a tutti i costi.

Così mi sono convinto della necessità di dare priorità alla pratica, allo Yoga, prima che alla narrazione, condivisione e diffusione di essa. Anche perchè senza la prima, come può esserci la seconda?

Non rimpiango la scelta ma riconosco che è stato un peccato considerato anche che il sito ha continuato a crescere di traffico “da solo” e avrebbe potuto generarne molto di più se avessi mantenuto il ritmo precedente di pubblicazione.

Sadhanapada from Home. Seguire il programma di Sadhanapada da casa si è rivelato più duro del previsto, e non sono riuscito a rispettare l'”agenda” nella misura che mi ero proposto inizialmente.

Sono riuscito ad abbandonare da un giorno all’altro il consumo di caffè, e di thè, con tutti i vantaggi del caso (il mio cuore ringrazia) e ho ridotto di molto i cibi pranici negativi (cipolle e aglio in particolare che consumavo molto) ma non sono riuscito a portare al 50% la quota di cibo “crudo/non cotto” come avrei voluto .

Nonostante abbia già acquisito migliori abitudini alimentari dai tempi del digiuno intermittente, fatico molto a rinunciare alle “abbuffate” serali (previste dalla Dieta del Guerriero) e in particolare resisto poco al richiamo della carne, della pasta e di tutti i cibi saporiti e non crudi che mi passano continuamente sotto il naso quando sono a casa.

Ho fallito poi miseramente in altri propositi, come quello di fare 40 mins di AUM Chanting + Surya Kriya alla sera, dopo cena. In media sarò riuscito a farlo solo una dozzina di volte negli ultimi 6 mesi.

Di questi insuccessi non ne faccio una tragedia, semplicemente prendo atto che non posso mettere “troppa carne al fuoco” fintantochè l’ambiente in cui vivo (famiglia con due figli maschi pre-adolescenti) e il mio lavoro (manager in azienda nativa digitale in forte crescita) non subiscono drastici cambiamenti.

Intensità della pratica. Sopratutto dopo l’arrivo dell’inverno, con il freddo al mattino presto e il generale richiamo ancestrale del letargo, mantenere un’elevata intensità durante tutte le ore di pratica è stato un evento ancora piuttosto raro in percentuale sul totale di ore di sadhana.

Se anche riesco ad alzarmi presto e ho la disciplina sufficente per iniziare le pratiche ogni giorno, ancora molto spesso mi ritrovo a fare yoga solo “formalmente”, con il corpo, ed essere in tutt’altro luogo con la testa, sopratutto quando accadono eventi o incontri con persone che mi portano fuori dalla “zona di comfort”. Allineare corpo, mente, emozioni ed energia in questi casi, richiede ancora uno sforzo cosciente piuttosto consistente e frequente.

Ho fatto progressi, senza dubbio, ma il progresso qui si misura in attimi, non in anni di pratica. E di attimi di totale allineamento nel momento presente, ne avrei voluti contare molti di più di quelli che ho vissuto in media nel 2019.

Ginocchia. Di costituzione ho le gambe più sottili e debolucce rispetto alla parte superiore del corpo. La parte più difficile di Angamardana è stata quindi per me da subito la sequenza di processi in squat.  I movimenti accovacciati, in particolar modo quelli dove il peso grava su una gamba sola, hanno messo alla prova le articolazioni delle ginocchia, che mai avevano compiuto imprese di quel genere prima d’ora.

In alcuni giorni i dolori alle gambe, in particolare al ginocchio destro, erano tali che ho dovuto saltare la parte di squat in parte o in toto, in almeno un paio di occasioni. Durante il giorno al di fuori delle pratiche avevo poi delle fitte in vari punti del ginocchio, o ai legamenti dietro; nulla di invalidante ma diciamo che non potevo scattare per prendere il bus o compiere altri gesti atletici del genere.

A Gennaio, dopo aver fatto 3 giorni di snowboard  e aver interrotto Angamardana ( nella stanza dell’hotel non c’era sufficente spazio per praticare tutti i movimenti da sdraiati) il dolore al ginocchio destro è tornato a farmi visita, e ho dovuto interrompere la parte squat per diversi giorni, fino a che l’infiammazione non si è “spenta”.

Ci tengo a sottlineare che questo è stato l’unico inconveniente fisico – peraltro trascurabile per il tipo di vita/lavoro che conduco – avuto in questi mesi di pratica intensiva, per il resto ho goduto di uno stato di super-salute mai sperimentato prima d’ora.

3. Che cosa ho imparato quest’anno e cosa intendo fare nel 2020

Cosa ha avuto il maggiore impatto positivo sulla mia pratica quest’anno? C’è qualcosa che più di altro ha contribuito a farmi progredire nello Yoga? Cosa mi propongo di fare (o non fare) per accelerare ancora di più la mia evoluzione nel 2020 ?

Community e Guru. Quest’anno, per la prima volta, ho apprezzato e compreso l’importanza e l’impatto che può avere, sul mio livello di pratica e di consapevolezza, l’avere un contatto quotidiano con una community di volontari e insegnanti ben preparati e motivati. Ho sempre un pò sottovalutato questo aspetto, sia per la mia scarsa socialità di base, che per gli impliciti rischi di “settarismo” ma devo riconoscere che la giusta comunità (il Sangha come lo chiamano i buddhisti) gioca un ruolo non secondario nel successo delle proprie iniziative spirituali.

Se ho potuto sostenere in modo così naturale più di 6 mesi di pratica ininterrotta di Yoga, per 3 ore al giorno di media, compresi il sabato e la domenica, non può essere solo in virtù della mia buona volontà o di una qualche predisposizione.

Non c’è nulla di “naturale” o “spontaneo” nel fare 3 ore di Yoga al giorno, serve una quantità di energia e motivazione che difficilmente può essere prodotta da soli.  Sono convinto che parte di quell’energia e motivazione sia arrivata semplicemente facendo parte di una vastissima comunità di persone unite da una stessa “frequenza d’onda” che è poi un’emanazione diretta della presenza e intenzione del Guru.

Da solo, o con gruppi di praticanti/insegnanti meno “presenti”, meno accessibili e meno disponibili, non credo avrei mai potuto avere questa continuità e frequenza di sadhana, con i relativi benefici.

Credo che questo sia uno dei vantaggi competitivi che pone la scuola Isha ad un altro livello rispetto ad altre scuole/tradizioni  che ho conosciuto: decidere di sfruttare le molte opportunità offerte dalla tecnologia digitale (App, Youtube, Facebook, Gruppi Whatsapp, Instagram, Podcast, siti web) permette di raggiungere molte più persone (sopratutto giovani), più velocemente e con una frequenza/continuità di interazione maggiore.

A me, che in ambiente digitale ci lavoro e vivo gran parte del tempo, questa apertura alla modernità offre una sort di “impalcatura” che mi dà ogni giorno quella spintarella costante in più che può fare la differenza, riducendo le probabilità  di cadere/perdermi nel turbinio mentale connesso alle attività lavorative, familiari etc.. sempre pronte a risucchiarmi.

Programmi Yoga. Quest’anno non potrò “strafare” con i corsi come nel precedente, più che altro perchè il tempo che posso aggiungere alla mia dose di Yoga attuale, purtroppo, non è molto. Riducendo ulteriormente la quota di sonno, e tagliando su TV/Netflix, vita sociale (già all’osso)  e ozio serale posso racimolare ancora un’altra oretta al massimo di pratica (4.5 ore in totale) , ma non credo molto di più.

La mia priorità per il Q1 2020 sarà di chiudere con successo il mandala di Surya Kryia (6 mesi, 180 giorni di fila) portando la durata dei cicli dai 15 minuti attuali ai 18 minuti in media (oltre 60 minuti per 3 cicli ). La sfida qui sarà di  mantenere attive al contempo le altre pratiche, consolidare Angamardana ( scendere sotto i 30 minuti a sessione e aumentare ancora la flessibilità) e continuare con Shambhavi Mahamudra 1 o 2 volte al giorno, senza interruzioni.

Nel Q3 2020 conto di partecipare sicuramente a Yogasanas, a Settembre, per chiudere il cerchio con le pratiche di Hatha Yoga. Qui dovrò capire se aggiungerlo “on top” alle altre pratiche, sforando le 3h giorno, oppure sostituirla e/o alternarla ad altro.

Nel Q2 o Q4 vorrei infine fare almeno un programma avanzato, a scelta tra Bhava Spandana o Shoonya Intensive. In base a quanto carico di sadhana riuscirò a sostenere nei mesi precedenti propenderò ovviamente di più su una che sull’altra (BSP non comporta di introdurre nuove pratiche quotidiane, e sarebbe quindi la strada più “light”, anche se non mi attirano particolarmente gli eventi “esperienziali” di gruppo…)

Per il resto non mi prefiggo obiettivi troppo rigidi per il 2020, perchè ho notato che spesso rischiano di diventare dei limiti (paraocchi) e non voglio precludermi delle possibilità.

Preferisco darmi un generico obiettivo di mantenermi il più possibile aperto e ricettivo a tutte le opportunità di crescita ed evoluzione che sicuramente si presenteranno strada facendo.

6 commenti su “Bilancio yogico 2019, ovvero del perchè non scrivo da 6 mesi su questo blog”

  1. Buonasera roberto,
    Nelle ultime settimane ho letto tutti i toui articoli del 2019 dopo aver trovato uno che parla di inner engineering (ogetto dei miei interessi). Spesso velevo scrivere un riscontro o semplice grazie ma mi trovavo ad andare avanti a LEGGEREli tutti:). Proprio il tuo approccio “esperienziale” lo rende davvero unico per me ed incredibilmente apprezzato. Non ultima è la volonta di essere sincero anche con altri..a me personalmente ha dato una profonda fiducia nelle tue condivisioni e la grande mano nelle mie “fatiche”. con ultimo articolo UNa ispirazione ancor maggiore. Sono felice di sapere del supporto che tu hai trovato ultimamente nella community. Un altra dilemma/dubbio a quale hai dato la risposta che avra il valore per me.
    Finisco con un complimento per lo stile della scrittura e le capacita di sdramattizzare e far ridere (a crepapelle nel caso mio) in piu di una occasione 🙂

  2. P.s. teccnico. Chi sa perche ha messo in maiuscolo una parola Ed invece il nome diventato minuscolo.. non era la mia intenzione 🙂 in realta Mi faceva scrivere tutto solo in maiuscolo.

  3. Ti ringrazio moltissimo delle tue considerazioni vorrei applicare con contonuita giornaliera le tecniche Da te indicate, mi sono avvicinato da poco a sadhguru sto facendo da giorni la tecnica di meditazone (non sono il coRpo non sono la mente) vorrei sapere come fare le 3 tecniche durante la giornata, quale prima,quale dopo,quale frequenza,quali Orari?

    Grazie

    Se volessi fare il tuo percorso , ho lEtto tutte le tue esperienze aNnuali per gli oraro posso rifarmi ai tuoi ma ci sono indicate nel tuo percorso alcune tecniche che nOn conosco come e dove posso apprenderle? Costi?

    Spero di ess stato chiaro

    Grazie.

  4. Ciao Ivan,
    per i dettagli sui corsi della scuola Isha puoi scrivere direttamente a italy@ishafoundation.org

    In alternativa puoi mandarmi in pvt (link di contatto a fondo pagina) tuo numero cellulare per farti aggiungere al gruppo Whatsapp ISHA.
    In quest’ultimo caso non garantisco tempi rapidi, lato mio più che altro, perche come intermediario allungo i tempi.
    Grazie e buona pratica
    Roberto

  5. Grazie a te Iryna,
    commenti come il tuo danno un senso ai miei piccoli sforzi in questo spazio, e mi fanno capire che forse dovrei continuare a scrivere su sto blog. Perdona il ritardo con cui ti rispondo.
    A presto
    Roberto

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