Primi 40 giorni di pratica dello Shambhavi Mahamudra Kriya: la mia esperienza

Il 31 Maggio  si è concluso il primo mandala di 40 giorni di pratica ininterrotta (2 volte al giorno) dello  Shambhavi Mahamudra Kriya, di cui ho raccontato l’iniziazione avvenuta il 20 Aprile a Londra.

In questi giorni sto continuando a praticare una volta al giorno (almeno) in vista del completamento del secondo mandala, della durata di 6 mesi, che costituisce la parte finale di consolidamento e “installazione” definitiva del kriya.

In questo articolo voglio fare il punto di questi primi 40 giorni di pratica ininterrotta, tirare le somme dei benefici ottenuti, confrontandoli con quelli che mi erano stati prospettati in fase di considerazione del programma.

Le promesse

Prima di decidere di imbarcarmi per Londra, quando ancora stavo cercando informazioni sull’Inner Engineering Completion, ricordo di essermi imbattuto in un’immagine “promozionale” tipo questa che sintetizzava i benefici ottenibili dalla pratica dello Shambavi Mahamudra Kriya

Benefici Shambavi Mahamudra Kriya

Sono affermazioni forti, non proprio robetta, per una pratica di 21 minuti appena. Le riporto sotto tradotte, sia per chi non comprende la lingua inglese che per ribadire bene quali sono i benefici “promessi” a chi si prende le briga di farsi iniziare allo Shambhavi Mahamudra e di praticarlo con la dovuta costanza:

  1. Maggior pace e gioia nella vita di tutti i giorni
  2. Migliore qualità del sonno e incremento dei livelli di energia
  3. Sollievo dalle malattie croniche
  4. Aiuto a purificare i 5 elementi nel corpo (acqua, aria, terra, fuoco, spazio ) che conducono ad una maggior piacevolezza nel corpo, mente ed emozioni
  5. Accesso all’intelligenza e competenza interne, che sono alla base stessa della creazione

Non proprio bazzecole. Roba che fa gola in genere a qualsiasi essere umano, a parte i filosofi di professione (e i tifosi del Toro).

Rimasi colpito dalla sicurezza con cui venivano presentati effetti così ambiziosi per un esercizio che, per quanto sofisticato, consisteva alla fine in un protocollo di respirazione (pranayama) e di meditazione seduta di pochi minuti al giorno.

Un’altra cosa che mi aveva colpito, erano i risultati di diversi studi anche indipendenti come questo pubblicato sulla US National Library of Medicine: Effects of Shambhavi Mahamudra Kriya, a Multicomponent Breath-Based Yogic Practice (Pranayama), on Perceived Stress and General Well-Being

A distanza di oltre due mesi dalla lettura di quel materiale voglio andare a verificare, col senno di poi,  in che misura quelle “promesse” fossero campate in aria per puri scopi promozionali, e quanto fossero invece fondate e siano state mantenute.

Cercherò di quantificare il più possibile ciascuno dei 5 parametri elencati sopra, che considererò come KPI (key performance indicators) della pratica di meditazione e yoga “installata” nel mio sistema dopo l’incontro con Sadhguru a Londra.

1.Livelli di stress vs pace e gioia nella vita di tutti i giorni

Su questo indicatore è sempre difficile fare valutazioni attendibili, dato che i fattori che influenzano i livelli di stress, o di pace, possono essere davverso molteplici.

E’ anche vero però che i fattori ambientali della mia vita non sono cambiati particolarmente nel periodo pre e post Shambhavi. A casa, sul lavoro e con i parenti le dinamiche e il tipo di problemi son grossomodo rimaste le medesime.

Al di là di questo ho comunque una chiara percezione del mio prima e dopo Shambhavi, perché è un pò come passare dall’attraversare una giungla a piedi nudi, facendoti strada a colpi di macete, al farlo guidando una jeep a passo d’uomo. Il paesaggio è sempre lo stesso, ma l’esperienza decisamente diversa.

Gli effetti dell’iniziazione che avevo descritto subito dopo, sono avviamente stemperati rispetto ai primi giorni post evento. La sensazione di essere “brillo” o “fatto”  è diminuita di intensità, almeno nella mia percezione, ma negli effetti pratici, nel mio comportamento “esteriore” quel senso di maggior distanza o spazio interno rispetto ai contenuti mentali, al corpo, all’energia, sembra essere ancora attiva, sopratutto nei momenti di pratica e in quelli immediatamente successivi alle sessioni.

La manifestazione più evidente di questo cambiamento l’ho tastata nel rapporto con i figli. Ho sempre avuto difficoltà a restare calmo in presenza dei miei due figli maschi, sopratutto quando sono insieme e le loro energie si trasformano in qualcosa di molto simile ad una supernova, o ad un tornado che spazza via tutto quel che trova sul cammino. I bambini sanno essere sgradevoli e irritanti in modi inconcepibili per chi non è stato padre o madre.

Trovare delle attività da fare con loro per cercare di indirizzare la loro energia dirompente  in modo costruttivo è sempre stata impresa ardua, spesso demoralizzante negli esiti.

Dopo shambhavi mi sono ritrovato, con mia sorpresa, a passare ore con loro a fare attività banali come sbucciare insieme delle arachidi, lavare i piatti,  giocare a scacchi o ad altro gioco inventato sul momento con loro.

Il tutto senza provare quella senzazione strisciante di “perdita di tempo” e di “insofferenza” che spesso provavo quando ero con loro. Resisto inoltre meglio alle provocazioni, magari non sempre, ma sento di avere un maggior “margine” o “giuoco” interno prima di sbottare o reagire in modo impulsivo ai loro capricci, lagne e altre manifestazioni di “bambinitudine”.

In generale le reazioni più viscerali, che in genere erano quelle suscitate da figli, moglie e parenti, se prima erano di intensità 9 ora sono scese intorno al 7. Ci sono sempre, ma mi arrivano più schermate.

La mente è presente, ci mancherebbe (anche perché ne devo fare grande uso per mandare avanti la baracca), ma è come se avesse un volume più basso di sottofondo

Tirando le somme in un indice sintetico:

  • Livello di stress medio pre-shambavi: 5/6
  • Livelli di stress medio post-shambavi: 2/3

Le occasioni di gioia sembrano essere maggiori e più disponibili. Non vado in giro a piangere per strada o abbracciare gli alberi, ma mi capita più di frequente di trovarmi immerso in un paesaggio, a guardare le foglie di un albero o il cielo azzurro provando un senso di maggior connessione, e un senso di piacere e apprezzamento profondo per l’esser semplicemente presente o parte di tutto questo.

Sono a tratti più meditativo ma in modo più “istintivo”, quando meno me l’aspetto.
Senza alcuna pre-meditazione …

2.Qualità del sonno e incremento dei livelli di energia

L’energia a disposizione è costantemente più alta, non ho particolari dubbi su questo. Le mie abitudini alimentari non sono cambiate particolarmente rispetto a prima (sono probabilmente peggiorate rispetto al protocollo stretto di digiuno intermittente e dieta del guerriero, che ho trascurato più del solito negli ultimi due mesi) e ho abbandonato ogni forma di esercizio fisico (HIIT, trazioni, flessioni etc) che non sia la pratica dello yoga namaskar + altre routine di base come il saluto al sole ed alcune asanas preparatorie al Kriya.

Se sono stanco durante il giorno, è perchè ho deciso di dormire meno di 6 ore, cosa che cerco di evitare i più possibile.  Quando dormo almeno 7 ore i miei livelli di energia sono elevati per tutto il giorno e mi consentono di lavorare le canoniche 8-9 ore senza provare stanchezza, e sovente riesco anche durante la settimana a ritagliare  un’oretta e mezza extra per i progetti personali, come questo blog, o altri.

La qualità del sonno era buona già prima, ora mi pare di addormentarmi ancora più velocemente ( max 5 minuti dal coricamento) e di riposare maggiormente, a parità di ore dormite. Anche il risveglio, intorno alle 5.30 o 5.50 del mattino, mi sembra meno traumatico di prima.  Appena inizio a fare Yoga, dopo pochi minuti dalla sveglia, il corpo si attiva con una velocità maggiore.

Tirando le somme anche qui:

  • Livelli di energia pre-kriya: 7
  • Livelli di energia post-kriya: 8

3.Malattie croniche

Malattie croniche per fortuna non ne avevo, ci sono però almeno due aspetti della salute fisica sui quali ho visto dei miglioramenti.

Tosse cronica (grassa): Da fine 2018 soffrivo di una tosse grassa, cronica, che compariva sistematicamente soltanto in alcune finestre orarie (tarda mattina e primo pomeriggio).

Questo muco grasso, e i relativi attacchi di tosse che mi suscitava – arrivando al punto di impedirmi di parlare senza scatarrare manco fossi un vecchio fumatore incallito  – sono spariti del tutto da quando ho iniziato a fare sul serio con il Kriya di Sadhguru. Magia? Mircolo? Coincidenza?

Pelle grassa (acne): Ho sempre avuto la pelle della schiena e delle braccia tempestata di acne, dall’adolescenza in poi. Nessun dermatologo ha mai saputo darne una spiegazione, nonostante prendesse una parcella anche salata per ammetterlo. Dipende certo dalla stagione (in estate con sole e bagni al mare sparisce tutto di norma) fatto sta che la pelle adesso è molto meno “pustolosa” di prima.

Febbri e influenze non mi capitano da qualche anno. C’è stata solo una giornata in cui, alla sera, mi sembrava di avere qualche linea di febbre e avevo dolori muscolari. La mattina successiva, ho fatto il mio Yoga e lo Shambhavi come se nulla fosse, e nel giro di qualche minuto ero di nuovo “pronto alll’uso”.

Tirando le somme anche qui:

  • Livelli di malattia cronica pre-kriya: 2
  • Livelli di malattia cronica post-kriya: 0

4.Purificazione dei 5 elementi

Non so ancora bene cosa significhi, esperenzialmente, questa cosa della pulizia dei 5 elementi, ma visto che ho iniziato questo carosello adesso lo devo portare a termine 🙂

So per certo che il corpo nel complesso mi appare più “leggero” e pulito. La manifestazione più evidente di questo è nel mio naso. Mi spiego.

Una delle caratteristiche principali del mio naso e della mia respirazione in genere, prima del Kriya, era quella di avere le narici quasi sempre tappate, in modo alternato. Raramente potevo sedermi e respirare liberamente da entrambe le narici. C’era sempre qualcosa di “bloccato” e “intasato” che rendeva difficoltosa la respirazione nasale.

Con la pratica del Kriya, seguendo le indicazioni fornite a Londra, mi ritrovo con le narici libere, al 95% dei casi, anche quando al mattino mi sveglio con le narici così tappate che se provo a respirare solo dal naso inizio a sibilare ed emettere suoni degni di un film horror.

Questa cosa della respirazione più “libera” e senza blocchi ha senz’altro dei risvolti su altri piani del corpo. Stare nel corpo è più piacevole, il semplice fatto di respirare senza intoppi, liberamente, sentendo il flusso di aria sottile, può essere estremamente piacevole. Ed è una piacevolezza molto più disponibile e accessibile di prima, in momenti anche diversi della giornata.

Non sono in grado di dire altro su questo aspetto della purificazione degli elementi, ma sono già abbastanza soddisfatto e sopreso da questo risultato.

Tirando le somme anche qui:

  • Livelli di occlusione nasale pre-kriya: 7
  • Livelli di occlusione nasale post-kriya: 1

5. Intelligenza e competenze interne

Ripeto spesso a me stesso e a chi mi corconda, sopratutto sul lavoro, che riuscire a non essere stupidi e non fare cose stupide, è sicuramente più importante che essere più intelligenti e avere idee super brillanti.

Il cambiamento più grosso che riesco a vedere, rispetto al pre-shambavi, è che mi ritrovo a fare meno cose stupide, o inutili, o che complicano solo le cose. Non ho avuto idee particolarmente geniali, o intuizioni straordinarie dopo Londra, semplicemente ho iniziato a passare più tempo a cercare di scoprire cosa funziona, e farlo. As simple as that.

Un’altra cosa diversa è che dedico meno tempo in generale a “prepararmi” (ad un meeting importante, una riunione) sopratutto quando la preparazione è superflua e serve solo a darmi una sicurezza psicologica. Ho notato che posso “improvvisare”  molto più di quanto immaginavo, perchè alla fine le cose che devo dire e fare sul lavoro, le so, sono come iscritte nel mio DNA lavorativo. Le faccio da ormai 15 anni ed è solo a causa della mia sindrome dell’impostore che ancora speso mi illudo di aver bisogno di prepararmi più di quanto serva effettivamente.

Anche le decisioni, ora che ci faccio caso (anche a questo serve scrivere) le prendo più velocemente, perchè non c’è bisogno di avere poi così tante informazioni come sono portato a credere. Le informazioni essenziali emergono spesso sul momento, a richiesta, anche senza che io mi sia ossessivamente preparato.

Tirando le somme anche qui:

  • Livelli di stupidità pre-kriya: 4
  • Livelli di stupidità post-kriya: 2

Cosa mi ha aiutato a concludere il processo

La disciplina acquisita negli anni passati a fare meditazione vipassana, mindfulness e qi gong, unita ad una routine giornaliera abbastanza strutturata, mi hanno permesso di stare nei tempi. Se avessi avuto un’agenda più moviementata, con diverse giornate di fila fuori casa, sarebbe stato oggettivamente molto più sfidante concludere il mandala secondo tutti i crismi. In questo sono stato fortunato sicuramente rispetto ad altri.

I webinar di supporto organizzati dalla Isha Yoga School sono stati molto utili per fugare i dubbi che avevo sulle varie parti della pratica che compongono lo Shambhavi Kriya.

Anche i gruppi whatsupp, mirabilmente gestiti dagli insegnanti volontari della Isha, sono stati un valido supporto. Non solo per la possibilità di ricevere risposta diretta ad ogni domanda, ma anche nel potersi confrontare con i dubbi e le problematiche incontrati da altri, in anticipo, e conoscere già i modi migliori di affrontarle.

7 commenti su “Primi 40 giorni di pratica dello Shambhavi Mahamudra Kriya: la mia esperienza”

  1. Teoria dei 5 elementi e loro pulizia.

    Il nostro corpo é composto di 5 elementi secondo molte dottrine orientali ed occidentali fisico-mistiche ed esoteriche.

    La meditazione aiuta a far risplendere questi 5 elementi in noi.
    Ci sono anche semplici pratiche, che si possono utilizzare.
    Ora le descrivo, insieme alla relativa teoria.

    Elemento acqua.
    Il nostro corpo é composto dal 72% di acqua, nella stessa proporzione dell’acqua sulla terra.
    Anni fa feci un torneo di calcetto … più partite nello stesso giorno.
    Dovetti fare circa 4 docce. Alla sera ero confuso, sciolto, non sapevo quasi più chi ero.
    L’acqua che ti scorre sul corpo pulisce i pensieri e ti disidentifica.
    Sei arrabbiato? Docce!
    Peggio? Serve ancora acqua… quindi altre docce o un bagno.
    Alla sera, anche se non lo faccio, sarebbe sempre giusto fare una doccia, per pulirsi internamente.
    Anche lavare, usare l’acqua per lavare, lava il senso di colpa che sentiamo dentro, o almeno lo scarica. Quante donne hanno una compulsione per la pulizia di pavimenti, bagno, vestiti e corpo? Per pulire usano l’acqua, quindi, infine, si stanno anche pulendo internamente da pensieri “sporchi” o sgradevoli.

    Elemento terra.
    Siamo composti del 12% di terra.
    Il contatto di mani e piedi con la terra é salutare. Lavorare in giardino a piedi nudi, passeggiare, toccar piante ristabilisce la nostra dimensione, ci ricorda che siamo mortali.
    Lavorare su questo elemento allunga il tempo di vita, la propria esistenza fisica.

    Elemento aria.
    Siamo composti del 6% di aria.
    É l’elemento più facile da controllare, tramite il respiro.
    Si può fare anche una semplice passeggiata a ritmo più sostenuto, per cambiarne il ritmo (anche se in forma non ancora del tutto consapevole, ma almeno volontaria) o una semplice corsetta in mezzo alla natura.

    Elemento fuoco.
    Siamo composti del 4% di fuoco.
    Esso controlla i sistemi digestivi, certamente.
    Sadhguru dice solo che per stare bene, ossia vivere bene, basta operare sui primi tre, e tenere il fuoco per quando serve “esprimersi con qualcuno” con un pó di pepe.
    Però con il fuoco si entra nelle dimensioni sottili, in una certa dimensione spirituale.

    Elemeno etere.
    L’ultimo 6% del corpo.
    É la sostanza che pemette al nostro corpo di stare insieme, é il campo di informazioni, dico io attualmemente, che costruisce spazialmente e nel tempo il nostro corpo.

    Se pulisci i primi tre elementi vivi meglio. Docce, respiro, contatto con la terra.
    Per pulire il fuoco ho letto, da altre fonti, diverse forme di Budha Suddhi (pulizia interiore): basta esporre la schiena diritta fronte e retro (quindi anche la pancia) all’energia del Sole, ed immaginare il fuoco riparatore che pervade il nostro corpo.
    Oppure, anche se Sadhguru la insegna solo in presenza diretta, si vedono gli allievi che guardano la fiamma di una candela ad olio.
    Quando ho seguito un corso di yoga, ho praticato “tatraka” ossia guardare con occhi fissi, senza chiusura volontaria delle palpebre, la fiamma di una candela. Ma non mi é stato spiegato a che cosa esattamente sarebbe servito.
    Ora so che era una pulizia del fuoco.
    Grazie per la lettura.
    Namaskaram.

  2. Buongiorno grazie dell’ ARTICOLO chiedo se posso ma chi non ha avuto l iniziazione può fare shanbhavi mahamudra purtroppo sono molto triste perché ho iniziato a praticare da opaco lo yoga ho iniziato con isha kria ma adesso ho 60 anni e sono piena di dolori un ernia calcificata al collo mi disturba molto quando sollevò un po’ la testa….va beh sopporterò il ShANBHAVI mahamudra va fatto per ,21 minuti ? Grazie mille🙏

  3. Veramente complimenti per la descrizione dei paesaggi interiori e per l’umorismo (mi ha fatto scompisciare il RIFERImento ai tifosi del toro).
    Un abbraccio.

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