Kriya Yoga: dalla tecnica Hang So di Yogananda all’ Isha Kriya di Sadhguru

Avvicinarsi al Kriya Yoga, per un Occidentale dotato di una buona connessione internet, senso critico e buona volontà non è troppo difficile. Meno facile è superare lo strato più superficiale di queste pratiche e accedere a livelli più profondi e autentici di insegnamento e trasmissione.

In questo articolo ti racconto le prime fasi del mio percorso di esplorazione del Kriya Yoga, tutt’altro che concluse, dalle tecniche preliminari di Yogananda all’Isha Kriya di Sadhguru.

Il Kriya questo sconosciuto

Ho iniziato a interessarmi al Kriya Yoga, come molti credo, dopo la ri-lettura, a distanza di quasi vent’anni, di quel best-seller della letteratura spirituale che è l’Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda.

Nel libro, in realtà, non è spiegato nulla di concreto sull’antica scienza Yogica del Kriya, giusto una spiegazione di alto livello della meccanica e delle finalità della pratica, sufficente comunque per innescare in me una insana curiosità mista a biasimo auto-svalutante del tipo:

“Ma sei un pirla? Come hai fatto ad arrivare a 40 anni senza sapere nulla del Kriya Yoga? Hai letto tanti libri, sperimentato decine di discipline e pratiche diverse, e mi caschi sul Kriya? Ci pensi a cosa saresti potuto diventare iniziando a praticare questa antica e potentissima tecnica dieci o venti anni fa, eh? etc..

Incontri con cartelloni straordinari

Proprio mentre uscivo o tornavo a casa con questi pensieri che si affaccendavano nel mio cranio, vedo comparire nei cartelloni stradali di Corso Ferruci, a Torino, una locandina di, indovina un pò? Paramahansa Yogananda in persona che mi fissa con i suoi occhi magnetici e interrogativi.

Un tempismo davvero formidabile. Alzo gli occhi da terra e vedo questa locandina,

che mi invita ad andare al Teatro Alfieri per un incontro conoscitivo propro sul.. guarda caso..il Kriya Yoga!

E come dire di no, a quel punto, al buon vecchio Paramahansa? La lettura della sua autobiografia, ricca di incontri ed eventi a dir poco “soprannaturali”, che susciterebbero qualche convulsione anche al più navigato membro del CICAP, mi aveva già preparato inconsciamente a questo tipo di fenomeni. Questa coincidenza non mi fece quindi particolarmente impressione, per quanto bizzarra.

Del resto si sa, i veri Maestri son fatti così, trascendono spazio e tempo, per presentarsi esattamente dove e quando intendono farlo!

Primo contatto con la Self-Realization Fellowship

La presentazione all’Alfieri fu interessante, e a fine serata la sala era carica di un’energia molto intensa e palpabile, sopratutto dopo le semplici pratiche di meditazione guidate dal monaco Brother Thyanananda.

Finito l’incontro feci quasi subito richiesta per ricevere le istruzioni per la meditazione Kriya, che possono essere inviate e ricevute solo per posta, dalla casa madre della SRF in US.

Il giorno successivo partecipai anche all’incontro di approfondimento, sempre sul Kriya Yoga, tenuto alla sede della SRF di Torino,  che i devoti chiamano – con mio sgomento sempre mal celato – “cappella”.

Anche qui l’atmosfera era decisamente calda e positiva, e dopo qualche canto, qualche mantra e meditazione di gruppo, la sala era satura di energia intensa a dei livelli non comuni.  In quella sede venne introdotta, in modo molto “light” ma efficace la pratica dell l’Hang So.

Solo diversi giorni dopo scoprii che:

  • le istruzioni ci mettono un bel pò ad arrivare dalla casa madre americana, nel mio caso più di 45 giorni un tempo enorme considerata la brevità della vita nella percezione di un over 40 😀
  • le istruzioni riguardano in realtà tre esercizi preparatori alla tecnica del Kriya, (questa arriva solo molto dopo e per iniziazione diretta): esercizi di ricarica, tecnica OM e Hang So
  • gli esercizi di ricarica in realtà non sono mai pervenuti, sebbene ne avessi fatto richiesta nel modulo (ai piani alti devono aver “captato” che non ero abbastanza devoto, e non posso biasimarli per questo, perchè non mi sono mai sentito particolarmente devozionale per natura).

Quindi per farla breve, ho atteso che arrivassero per posta le istruzioni dalla SRF, ho praticato diligentemente la prima tecnica Hang So per un paio di mesi circa ogni giorno, e ho monitorato l’impatto sul mio sistema.

Effetti e bilancio della tecnica Hang So

Non posso riportare il dettaglio delle tecniche di Yogananada, perchè è richiesto espressamente ad ogni “devoto” di non divulgarle (qualcun’altro però l’ha fatto, per cui rimando a loro per approfondimenti) , e vado quindi dritto alle mie esperienze e riflessioni personali.

La tecnica Hang So, se si riesce a non farsi deviare dal taglio religioso-ecumenico con cui viene presentata sia da Yogananda che dalla SRF (cosa che personalmente ho dovuto mettermi di impegno ad ignorare, per focalizzarmi sulla sostanza yogica originaria della tecnica) è assolutamente valida, scientifica ed efficace.

Praticare l’Hang So mantiene quello che promette. Nella SRF lo chiamano “conoscere Dio” o “cercare Dio insieme” e altre espressioni simili che mi creano delle leggere irritazioni cutanee per via dei miei limiti e condizionamenti culturali/infantili senz’altro.

Ma al di là dei termini utilizzati per “esportare” la causa qui in Occidente, la sostanza della pratica è quella: praticare l’hang so ha l’effetto di catapultarci in una dimensione di pace profonda, di stabilità della mente, che fa pensare effettivamente ad un qualche intervento e contatto con una forza “superiore” diversa da quella che governa il nostro vivere ordinario nel mondo.

Non so se le parole “hang” e “so” (tradotte nella SRF come “Io sono Dio” ) siano effettivamente cariche di una qualche vibrazione cosmica particolare, come affermano, o se si tratti solo di autosuggestione abbinata al focus sul respiro coadiuvato dal mantra, ma l’effetto dell’hang so è non solo rilassante e piacevole, produce la sensazione di essere come sorretto o abitato da una qualche presenza di natura ultra terrena che conferisce una solidità mentale, un senso di pace e gioia difficilmente contestabili dal meditatore onesto.

Benissimo. E in tutto questo cosa c’entra allora l’Isha Kriya?

Flashback – Mentre attendevo le tecniche preliminari dalla SRF, la mia voglia di approfondire il Kriya non era mica scema(ta), anzi. Mi misi quindi a cercare informazioni in rete sul Kriya nella speranza di trovare qualche anticipazione per iniziare a prepararmi ad un qualche livello, ed è in una di quelle ricerche che mi imbatto in uno dei video sul Kriya della scuola Isha.

Sadhguru batte Yogananda: 2 a 1

Yogananda o Sadhguru – Dilemma Yogico

Sadhguru era già caduto nel mio “radar” da qualche tempo, essendo anche lui uno Yogi verace, Indiano di origini e tradizione con tutti gli accessori del caso: accento, aria mistica, barba folta e bianca, turbante ma sopratutto quello sguardo, i discorsi e i modi di un essere pienamente realizzato e a proprio agio con qualsiasi cosa la vita possa avere in serbo per lui, e per noi tutti.

A differenza però di Yogananda, Jaggi Vasudev Sadhguru, era ed è tuttora dotato di un grandissimo vantaggio competitivo che non potevo trovare nel primo: essere ancora vivo e vegeto.

Inoltre Sadhguru e i suoi “follower” di Isha non sembrano mostrare quei modi un pò da “catechisti” che ho visto nei monaci e nei seguaci della SRF, troppo affini nei toni e nel lessico alla tradizione cattolica, ai preti e altre cose che mi hanno sempre negativamente impressionato fin da piccolo (sarà che non sono stato battezzato e che alle elementari mi dicevano che sarei finito in Purgatorio a differenza dei miei compagni per via di questo imperdonabile errore? ).

Mi ripromisi quindi di sperimentare anche l’Isha Krya, una volta consolidata la pratica dell’Hang So.

Il Kriya Yoga proposto da Sadhguru

La pratica dell’Isha Kriya è molto simile all’Hang So di Yogananda, sia nella tecnica stessa che negli effetti sul sistema. Ci sono però alcune differenze importanti e interessanti che mi hanno indotto alla fine a sperimentare anche questa versione della pratica “preliminare” del Kriya.

  • Ishra Krya non è protetta dal segreto, per cui in un prossimo post potrò andare a raccontarti la tecnica nel dettaglio senza infrangere giuramenti e sentirmi un reietto per averlo fatto. 🙂 Nel caso di Yogananda ti tocca invece compilare un modulo, inviarlo per posta e aspettare almeno un mese, sempre che non si dimentichino dei pezzi per strada (come successo nel mio caso)
  • Isha Kriya introduce, oltre al senso di pace e stabilità mentale, un processo sottile di dis-identificazione dal corpo e dalla mente, che è fondamentale per funzionare al meglio nel mondo, e non perdersi in stati devozionali e di attaccamento eccessivo al “divino”
  • Isha Kriya integra al suo interno anche una breve parte di vocalizzi (il suono Ahhh di cui abbiamo parlato nella tecnica AUM) che nella scuola SRF è trattato invece a parte con il secondo esercizio preliminare dedicato alla tecnica OM che ho trovato decisamente meno efficace e più confusa in generale rispetto alla semplice tecnica AUM di Sadhguru.
  • Isha Kriya non ha connotazioni religiose di sorta, non viene presentata  cercando di strizzare l’occhio alla religione dominante in Occidente, mettendo Cristo e Krishna sullo stesso piano o lignaggio. Scevra da vocazioni ecumeniche può essere abbracciata anche da chi nutre allergia per forme di religione più o meno organizzate, come il sottoscritto.

Prima di entrare nel vivo della tecnica, che vedremo in un prossimo articolo (eccolo), lascio direttamente alla voce di Sadhguru una introduzione alla pratica dell’Isha Kriya.

 

Riporto di seguito una traduzione, gentilmente concessa in anteprima da Elena di Isha Italia, del video che sarà prossimamente disponibile, con sottotitoli in italiano, anche nel canale Youtube italia della fondazione Isha.

Sadhguru: Isha significa ciò che è la fonte della creazione.
Kriya significa un’azione interiore verso questa fonte.

Karma significa azione verso l’esterno. Se compi un’azione con il tuo corpo, o con la mente, o con le tue emozioni, o con le tue energie fisiche, la chiamiamo karma.

Se compi un’azione interiore che non coinvolge nessuno di questi aspetti, allora la chiamiamo Kriya.

Quindi Isha Kriya è un processo estremamente semplice ma un potente strumento per muoversi costantemente dalla non-verità alla verità.

Ci sono processi più complessi ed efficaci, ma è necessaria una preparazione, è necessario un certo tipo d’insegnamento. È necessaria molta preparazione perché qualcuno possa insegnarli.

Generalmente, tutti i processi spirituali che portano una persona in questa direzione, comportano anche cambiamenti fisiologici.

Ogni volta che si determinano dei cambiamenti fisiologici, è estremamente importante che l’insegnante sia adeguatamente addestrato.

In caso contrario, si generano quei bizzarri tipi di yoga che si stanno diffondendo da tutte le parti, e che possono causare più danni che benessere.

Ma quegli aspetti, quei processi che non implicano nessun tipo di cambiamento fisiologico ma determinano una trasformazione spirituale, che sono davvero pochi, quelli possono essere insegnati su vasta scala.

E possiamo dare il potere di insegnarlo quasi a chiunque abbia almeno una minima buona intenzione nei propri pensieri ed emozioni.

Se c’è almeno questo, possono insegnarlo.

Faremo questo processo ora; Dovete capire un minimo di cosa si tratta.

State tutti respirando qui in questo momento?
Controllate per favore (Risate)

Non date nulla per scontato.

Non continuerà per sempre, un giorno si fermerà, sapete.

State respirando adesso? Tu? Hmm?

Per favore controllate, non datelo per scontato. State veramente respirando?

Ci siete? Ok

Questa inspirazione, espirazione, inspirazione, espirazione,

inspirazione,

espirazione,

L’inspirazione successiva non avviene,

Puf (schiocca le dita)! Non ci sei più!

Guarda quanto sei fragile.

Basta che questa singola inspirazione non avvenga, puf!

ovunque ci giriamo, non ci sarai più.

Allo stesso tempo, la vita umana è così fragile,

allo stesso tempo, quanto è resistente;

quante cose può fare un essere umano in questo mondo.

Da un punto di vista sembra essere così fragile,

Basta osservarlo e vedrete. (Mima inspirazione ed espirazione)

Non ritorna, puf.

Troppo fragile, non è vero?

Lo avete dato per scontato, non ne siete consapevoli.

Se ne prendete coscienza e l’osservate,

è una vita maledettamente fragile.

Allo stesso tempo com’è resistente,

quante cose può fare.

Questa è la bellezza della creazione,

ogni cosa è delicatamente bilanciata.

Così delicatamente, che non puoi disturbarla.

Non facilmente, sapete.

Tutta la creazione è così. E’ proprio così.

Ciò mostra la maestria del Creatore.

È così delicatamente bilanciata,

che vuol dire…

che mostra, che manifesta la maestria del Creatore.

Ciò che crea è di una tale maestria,

che può permettersi di mantenerlo così delicato.

Quindi questa è l’audacia del Creatore,

un respiro, se non inspiri, te ne sei andato… ma (Ride)

ecco la sicurezza nel progettare che il Creatore ha in sè.

Quindi questo respiro non è solo uno scambio di ossigeno e anidride carbonica.

Nello Yoga, questo lo chiamiamo Koorma Nadi.

Ci si riferisce al respiro come Koorma Nadi.

Ora…

se ti chiedo di osservare il tuo respiro,

che è la pratica più comune che viene proposta oggigiorno,

non riuscirai ad osservare il respiro, pensi di stare osservando il respiro,

ma non stai osservando il respiro.

Sarai solo in grado di notare le sensazioni causate

dal movimento dell’aria.

Se qualcuno seduto di fianco a te, ti tocca la mano,

pensi di conoscere il tocco dell’altra persona

ma non lo conosci.

Conosci solo le sensazioni generate nel tuo corpo.

Non sai cosa sente l’altro.

Conosci solo il tipo di sensazione che è avvenuta nel tuo corpo.

Sì? Capite cosa sto dicendo?

Quindi in questo momento

non conosci il respiro,

conosci solamente le sensazioni causate dal respiro.

Quindi quando noi diciamo Koorma Nadi,
non stiamo parlando delle sensazioni,

stiamo parlando del respiro stesso.

Koorma Nadi è descritto come un filo,

È come un filo. Un filo ininterrotto. Che va avanti.

E questo è il filo che lega te a questo corpo.

Se ti togliessi il respiro, tu e il tuo corpo vi separereste.

Quello che pensavi fosse uno, diventerebbe due,
questa è la prima illusione.

Sono due che agiscono come se fosse uno.
Un’illusione è in atto.

Quindi se ti strappassi il respiro,

tu e il tuo corpo vi separereste.

Non vogliamo che si separino

ma se la tua coscienza viaggia con il respiro,

Se la tua consapevolezza viaggia
con il passaggio del respiro con abbastanza intensità,

allora vedrai, vedrai distintamente,
che questi due non sono uno.

Ciò che sei tu e ciò che è il tuo corpo
sarebbero separati.

Ciò che sei tu e ciò che è la tua mente, sarebbero separati.

Se tu e la combinazione del tuo corpo/mente

vi separate l’uno dall’altro

improvvisamente ti renderai conto

che la tua abilità di utilizzare il tuo corpo e la tua mente

incrementa in maniera fenomenale.

Se in questo momento,

su una scala da 1 a 10,

giusto…il più alto è dieci,

se è così,

se sei legato o sei coinvolto con questo corpo, sei a meno di uno

Ecco lì è dove sei.

Se queste due cose si separano, [la tua coscienza e il corpo/mente]
improvvisamente puoi balzare su fino a 10.

La tua abilità di utilizzare
la mente e il corpo migliora così tanto che

sembrerai quasi sovrumano agli occhi di qualcun altro.

Vi sto dicendo che tutto questo è umano.
Non si tratta di diventare sovrumani,

si tratta di rendersi conto che essere umani è super.

Sì?

Non è una cosa semplice essere umani.

Ora l’Isha Kriya consiste solo in questo;

Il tuo pensiero ricopre un ruolo
molto importante nella tua vita ora,

quindi utilizziamolo.

E il tuo respiro è vitale,

quindi utilizziamolo.

Se non sei consapevole
non sai nemmeno se sei vivo o morto,

o se esisti o no.

Quindi questi tre ingredienti

il tuo respiro, il tuo pensiero e la tua consapevolezza,

nella combinazione giusta, se li utilizzi,

vedrai che lentamente una piccola distanza si crea tra te e il tuo corpo.

Ora, ti stai chiaramente muovendo dalla falsità alla verità.

Isha Kriya

www.ishakriya.com

 

5 commenti su “Kriya Yoga: dalla tecnica Hang So di Yogananda all’ Isha Kriya di Sadhguru”

  1. jajaja anch’io ho cominciato a 40 anni con le lezioni di la Self… arrivata in Italia ho voluto cercare dove la Self impartiva le lezioni…..ma com’è successo a te …troppa connotazione catolica…ho lasciato stare….ho cercato altro…ed ecco qua Sadhguru ….amore a prima vista jajajaja

  2. BUONGIORNO, GRAZIE MILLE PER QUESTO INTERESSANTE CONFRONTO TRA QUANTO DESCRITTO DA YOGANANDA E QUANTO EFFETTIVAMENTE POTREBBE ESSERE PIÙ FACILMENTE FRUIBILE DA UN RICERCATORE SPIRITUALE… PASSARE ATTRAVERSO LE INFINITE LUNGAGGINI DI UN’ASSOCIAZIONE CON CARATTERISTICHE UN Pò PARTICOLARI EFFETIVAMENTE POTREBBE FAR PERDERE L’ENTUSIASMO ANCHE AI PIU ACCANITI DEI RICERCATORI… LA SPIEGAZIONE DELLE 2 TECNICHE PREPARATIVE CHE SONO RIASSUNTE NELLA PROPOSTA ISHA KRIYA DI SATGURU MI SEMBRA UN ECCEZIONALE COMPROMESSO MA LA DOMANDA È… E DOPO? DOPO I 90GG DI PREPARAZIONE COME SI PROSEGUE? COME SI PUÒ OTTENERE L’INSEGNAMENTO DEL KRYIA? SATGURU PROPONE UN’ALTERNATIVA O BISOGNA COMUNQUE PASSARE PER LA SFR?

    GRAZIE MILLE PER LA DISPONIBILITÀ

  3. Buon g a tutti !
    No non lo e’
    Il kriya Yoga del MAESTRO Yogananda e una tecnica ben diversa che viene utiLizzata per Innalzare L’ENERGIA nella spina dorsale per fini spiritualI .
    Gli insegnamenti di YOGANANDA sono TUTT’ALTRO che CATTolici . INFATTI nelle suo opere sempre si legge che La realizzazione del Se’ e la vera ricerca di ogni religione .
    Se non vi siete trovati COn la srf provaTe ad andare ad ananda. Li i ricercatori spirituali sono di ogni RELIGIONE e la gioia E la pace emana dagli ochi di tutti

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